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Perfezionista, esigente, brutale.vincente: "Juanki" non è un coach qualunque. Se n'è accorto anche Zverev...
Lorenzo Topello
17 dicembre - 21:33 - MILANO
Un pugno di giorni fa Juan Carlos Ferrero ha ricevuto il premio di miglior coach dell'anno, riconoscimento inevitabile per i successi di Alcaraz fra terra rossa, erba e cemento. Altri due Slam in saccoccia e una domanda posta dall'Atp al coach: dove può arrivare Carlos? Risposta secca: "Dovrà essere bravo a mantenere la motivazione costante per obiettivi alla portata di pochissimi. Non dovrà mai accontentarsi di nulla". Più che un consiglio, una lettera d'addio. L'ultimo monito del sergente di ferro al soldato più promettente, una volta completata la missione. Il giudizio finale del maestro per l'allievo che è sua delizia e ogni tanto croce: intelligente, per carità, ma se si applicasse ancor di più...








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