Liste d'attesa, medici beffati: dalle Regioni niente incentivo per chi fa il turno di notte

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Stop all'agevolazione fiscale

Già subito dopo il varo del decreto sulle liste d'attesa molte Regioni hanno frenato sulla agevolazione fiscale rimandandola e pagando a singhiozzo

di Marzio Bartoloni

23 novembre 2024

INAUGURAZIONE PRONTO SOCCORSO FONDAZIONE CA' GRANDA POLICLINICO MEDICI INFERMIERI OSPEDALE

3' di lettura

Servono i medici, soprattutto se si vogliono abbattere le liste d'attesa. E per questo nel decreto approvato dal Governo la scorsa estate proprio contro le code in Sanità è stata introdotta una forte agevolazione - una flat tax al 15% - sugli straordinari dei camici bianchi: in pratica quei medici che lavorano in più si vedranno detassare le prestazioni aggiuntive. Peccato che già subito dopo il varo del decreto molte Regioni abbiano frenato per rendere operativa la misura rimandandola e pagando a singhiozzo, ma ora hanno anche deciso che lo sconto fiscale non sarà riconosciuto per il lavoro straordinario fatto di notte, cioè per quei turni notturni che sono i più disagevoli. Insomma una beffa che si unisce all'amaro in bocca di una manovra che per i medici prevede solo dei mini aumenti tanto da averli spinti allo sciopero.

La flat tax approvata a giugno e pagata a singhiozzo

Tutto è iniziato lo scorso giugno quando è stato approvato il decreto sulle liste d'attesa poi convertito nella legge 107/2024 che ha introdotto l'incentivo fiscale sulle prestazioni proprio per invogliare i camici bianchi al lavoro extra. Una misura anti liste d'attesa subito operativa che però è rimasta al palo in diverse Regioni - secondo un monitoraggio realizzato da Cimo lab a esempio Puglia, Emilia, Calabria, Trentino e Molise - che non hanno riconosciuto subito la defiscalizzazione nonostante la norma fosse già in vigore. Mentre in altre Regioni si è andati a macchia di leopoardo come in Sicilia dove c'è stato il paradosso che in metà ospedali lo sconto fiscale era stato applicato e nell'altra metà no. Asl e Regioni hanno motivato questa situazione giustificandosi con la necessità di un chiarimento sull'applicazione della misura. E qui viene la seconda beffa.

Le Regioni hanno deciso di escludere i turni notturni

In un documento approvato lo scorso 7 novembre, evidenzia il sindacato dei medici Cimo-Fesmed, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha deciso di escludere dalla tassazione agevolata le prestazioni aggiuntive effettuate nelle guardie notturne. Turni in cui, peraltro - avverte il sindacato che ha fatto emergere questo documento - il disagio vissuto dai medici è considerevolmente superiore: “Qualora questa interpretazione venisse applicata, quindi, difficilmente si troverebbero medici disposti ad effettuare le prestazioni aggiuntive di notte”. La stessa Cimo Fesmed sottolinea infatti come il contratto dei medici sul punto sia chiarissimo: i “servizi di guardia notturna” rientrano - spiegano - tra le prestazioni funzionali al perseguimento della riduzione delle liste di attesa e, dunque, anch'essi devono beneficiare della defiscalizzazione al 15% prevista dalla legge 107/2024.

Medici pronti ai ricorsi e la manovra deludente

“Abbiamo scritto alla Conferenza delle Regioni, al Ministero della Salute e al Ministero dell'Economia evidenziando la nostra posizione e chiedendo dunque che la norma sia applicata nel modo corretto - dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed -. In caso contrario, siamo pronti ad inondare i Tribunali di tutta Italia con una valanga di ricorsi: chiederemo agli iscritti di segnalarci eventuali applicazioni erronee della norma”. Quici mette nel mirino anche la manovra dove alla vigilia era stata promessa la defiscalizzazione dell'indennità di specificità medica e “invece la bozza di legge di Bilancio prevede un aumento di soli 17 euro al mese. Adesso, addirittura, si tenta di mettere le mani nelle tasche dei medici e di togliere anche quel poco che è stato riconosciuto in questi ultimi mesi, chiedendo loro la restituzione di somme ingenti per turni di lavoro notturno già svolti”, conclude Quici.

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