L'ultimo treno di gomme montato con pressione troppo elevata forse per accelerarne il riscaldamento viste le temperature basse. Ma c'è un altro scenario che comporterebbe il fallimento della modifica alla sospensione posteriore
Paolo Filisetti
3 agosto 2025 (modifica alle 22:48) - BUDAPEST
Il GP Ungheria F1 di Leclerc, partito dalla pole position, si è concluso con un deludente quarto posto dopo che il pilota monegasco, nell’ultimo stint, si è rapidamente dovuto arrendere agli attacchi di George Russell, con una SF-25 divenuta praticamente inguidabile. Le ragioni alla base del radicale calo prestazionale della monoposto di Charles, potrebbero trovare un sostanziale riscontro nella pressione degli pneumatici montati nell’ultimo stint, troppo elevata. Di fatto, facendoli uscire dalla cosiddetta finestra di utilizzo ideale, in modo talmente eclatante da rendere la vettura quasi ingovernabile, costringendo Leclerc a un passo di circa un secondo al giro più lento rispetto ai suoi diretti avversari a partire da Oscar Piastri.
tesi gomme
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Se questo è lo scenario che ha privato Leclerc - che per quaranta giri era parso in totale controllo della corsa - di un possibile successo, è rilevante capire cosa lo abbia generato. Ovvero, se si sia trattato di una scelta errata, ma voluta da parte del team, se sia stato un fatto incidentale, o un mix di entrambe le cose. Leclerc, intervistato nel dopo gara aveva parlato genericamente di un problema al telaio che dal quarantesimo giro in poi, avrebbe radicalmente modificato il comportamento dinamico della sua SF-25. Fred Vasseur ha successivamente spiegato che per telaio, Charles intendesse dire si fosse trattato di un problema estraneo alla power unit. Raccogliendo le opinioni di alcuni tecnici nel dopo gara, è stato sottolineato come le temperature ambientali fossero basse rispetto alla media stagionale. Un fatto palese soprattutto sabato in qualifica, con temperature molto bassa sull’asfalto. Tenendo in considerazione questo dato, è parso plausibile che i tecnici della Scuderia possano aver scelto di incrementare la pressione base degli pneumatici preparati per il secondo ma soprattutto per il terzo stint con l’obiettivo di velocizzare il warming up delle gomme, ovvero la capacità di entrare rapidamente nel range di temperature di utilizzo ottimali. In tal senso un team radio dell’ingegnere di pista di Piastri che dopo la seconda sosta di Leclerc, lo avvisava del possibile warming up lento dei pneumatici del monegasco potrebbe essere considerato una conferma indiretta di questa tesi. Che peraltro, avrebbe trovato come ulteriore elemento aggravante il calore trasmesso dai cestelli freno alle gomme, inducendo dunque una pressione di gonfiaggio, di fatto ben oltre il range di corretto di utilizzo.

tesi sospensioni
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Si è però progressivamente imposta nel paddock anche una seconda tesi. Sempre legata alla pressione di gonfiaggio degli pneumatici troppo elevata, ma con una motivazione alla base decisamente più sconcertante. Ci riferiamo all’ipotesi secondo cui i tecnici della Scuderia avrebbero impostato una pressione di gonfiaggio più elevata nell’ultimo set, per evitare un consumo eccessivo della tavola sotto il fondo. Per quanto plausibile, questa ipotesi rappresenterebbe implicitamente l’ammissione del fallimento della modifica alla sospensione posteriore introdotta a Spa. È infatti corretto ricordare che uno degli obiettivi della modifica fosse proprio quello di garantire l’utilizzo di setup anche estremizzati con altezze da terra minime, ma senza incorrere nell’eccessivo consumo della tavola che aveva portato alla squalifica di Leclerc in Cina. Pare dunque più ragionevole pensare sia stato il combinato disposto tra una pressione di gonfiaggio più alta per indurre un warming up più rapido ed il calore trasmesso dai cestelli ai cerchi nel creare la tempesta perfetta in cui le speranze di successo di Leclerc sono naufragate miseramente.