Le cicatrici invisibili: perché i traumi infantili ci segnano per sempre

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I traumi subiti da bambini lasciano un segno profondo, che può riemergere anche dopo anni. L'esperto spiega come riconoscerli

Anna Castiglioni

12 maggio - 16:47 - MILANO

Ci sono esperienze che sembrano passare, ma che in realtà restano con noi. Crescendo, ci accorgiamo che certi disagi, paure, reazioni emotive che ci sembrano sproporzionate o fuori luogo, hanno radici lontane. Molto spesso, quelle radici affondano nell’infanzia. Ne abbiamo parlato con il dottor Massimiliano Dieci, responsabile UO di riabilitazione psichiatrica presso gli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza, che ci ha aiutato a comprendere a fondo cosa significa vivere un trauma nei primi anni di vita, quali sono le conseguenze e quali strumenti abbiamo oggi per affrontarle.  

cos'è un trauma e perché l'infanzia è cruciale

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Il termine "trauma" viene spesso associato a eventi estremi: incidenti, guerre, violenze. E in effetti, la psichiatria ha iniziato a parlare in modo strutturato di disturbo post-traumatico da stress proprio a partire dagli studi sui soldati americani reduci dal Vietnam. "Molti di loro tornavano con sintomi psicologici profondi – racconta Dieci – come incubi, flashback, evitamento o sensazioni di irrealtà. È da lì che si è iniziato a parlare di PTSD, il disturbo post-traumatico da stress". Ma non esistono solo i "grandi traumi". Alcuni eventi, apparentemente meno eclatanti, possono essere altrettanto impattanti, soprattutto se vissuti da bambini.  

il trauma silenzioso: quando l'infanzia manca di cura

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"Uno dei concetti fondamentali oggi è quello di neglect – spiega Dieci – ovvero la trascuratezza emotiva e affettiva. Non parliamo solo di abusi o violenze, ma anche di bambini ignorati, poco ascoltati, lasciati soli con le proprie emozioni". Questa mancanza può verificarsi anche in famiglie non "problematiche" in senso stretto. Basta che il genitore, per mille motivi, non riesca a sintonizzarsi emotivamente con il figlio. I primi dieci anni di vita sono un periodo in cui il cervello si sta strutturando, e un ambiente carente può lasciare cicatrici durature. Anche eventi più oggettivi, come la perdita di un genitore, il bullismo o la malattia in famiglia, possono essere vissuti come traumi dell’infanzia, specie se non adeguatamente accompagnati da una rete di supporto affettivo.  

connessione tra traumi infantili e salute mentale da adulti

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La letteratura scientifica è ormai unanime: aver vissuto esperienze traumatiche da piccoli aumenta il rischio di sviluppare disturbi psichici in età adulta. I più comuni sono:   

  • disturbi della personalità, in particolare il disturbo borderline. 
  • Disturbi d’ansia, come il disturbo d’ansia generalizzato o il panico. 
  • Depressione, anche in forme gravi e resistenti al trattamento.

"Non significa che chi ha avuto un trauma sarà per forza malato – sottolinea Dieci – ma quel trauma rappresenta un fattore di rischio importante, che va indagato e compreso quando si analizza una sofferenza psichica in età adulta".  

Ansia nei bambini

il trauma rimane nel corpo

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Uno degli aspetti più rivoluzionari degli ultimi anni riguarda la biologia del trauma. Studi di epigenetica – una disciplina che studia le modificazioni dell'espressione genetica – hanno dimostrato che i traumi gravi possono lasciare una sorta di "cicatrice" biologica. "Il DNA non cambia – spiega Dieci – ma viene 'regolato' da molecole che si attaccano a esso, come i radicali metilici. Questo processo, chiamato metilazione, può modificare il modo in cui certi geni si esprimono». I geni più coinvolti sono quelli legati allo stress, come quelli che regolano la produzione del cortisolo, il principale ormone dello stress. E la cosa più sconvolgente è che queste modificazioni possono essere trasmesse da una generazione all’altra. "Abbiamo studi su figli e nipoti di persone sopravvissute ai campi di concentramento che mostrano alterazioni simili. È un dato impressionante, che cambia il modo in cui concepiamo la trasmissione del trauma", afferma Dieci.  

come si riconosce un trauma non elaborato

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Nei casi di trauma evidente, come un incidente o una violenza, la diagnosi di PTSD è relativamente facile. I sintomi includono: 

  • flashback e incubi legati all’evento;
  • evitamento di luoghi o situazioni che lo ricordano;
  • iperattivazione (ansia, sudorazione, tachicardia);
  • sensazione di distacco dalla realtà o dissociazione

Molto più complessa è la valutazione dei traumi vissuti nell’infanzia, spesso non ricordati in modo cosciente. In questi casi, il trauma può manifestarsi sotto forma di disagio emotivo, difficoltà relazionali, attacchi di panico, depressione, o sintomi psicosomatici. «Per questo è importante che psicologi e psichiatri esplorino sempre la storia dei pazienti – sottolinea Dieci – perché i traumi non elaborati possono rimanere attivi nel tempo, condizionando il presente».

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