A un decennio dalla storica prima rilevazione di un'onda gravitazionale, Matteo Barsuglia – uno dei protagonisti di questa straordinaria avventura scientifica – racconta la rivoluzione che ha cambiato per sempre l'astronomia e la nostra comprensione dell'Universo.
Il 14 settembre 2015, il rivelatore americano LIGO ha osservato per la prima volta un'onda gravitazionale: una perturbazione dello spazio-tempo, prevista da Einstein un secolo prima e generata dalla fusione di due buchi neri a oltre un miliardo di anni luce da noi.
Un momento storico. Due anni più tardi, l'esperimento europeo Virgo si è unito alla caccia alle onde gravitazionali, localizzando con precisione la storica fusione di stelle di neutroni del 17 agosto 2017. Queste scoperte hanno aperto la strada a una nuova astronomia: un modo completamente nuovo di esplorare il cosmo, usando un "messaggero" cosmico diverso – le onde gravitazionali – per rispondere alle grandi domande dell'astrofisica, della cosmologia e della fisica fondamentale.
Matteo Barsuglia, direttore di ricerca presso il CNRS francese e uno dei principali responsabili del rivelatore Virgo, ci guida in un appassionante viaggio tra scoperte e sfide tecnologiche, svelando la dimensione umana di questa avventura epocale. In un racconto che intreccia scienza, passione e visione interdisciplinare, Barsuglia ci mostra come la ricerca scientifica possa aiutarci a comprendere meglio non solo l'Universo, ma anche il nostro posto in esso.
A seguire, vi proponiamo l'Introduzione all'edizione italiana del libro.
Introduzione all'edizione italiana
Il comitato Nobel aveva definito la prima rivelazione delle onde gravitazionali, del settembre 2015, "A discovery that shocked the world" (una scoperta che ha sconvolto il mondo). Una volta tanto il pianeta rimase a bocca aperta non per qualche disastro, ma perché un evento, nelle profondità del cosmo, aveva scosso così tanto la trama dello spazio-tempo da farla vibrare.
Dopo quasi un decennio dalla loro prima rivelazione, le vibrazioni dello spazio-tempo sono passate da argomento quasi fantascientifico a routine. Dalla frustrazione degli anni passati ad aspettare, alla prudenza di fronte al primo segnale, nel 2025 riveliamo ormai qualche sorgente alla settimana. In meno di un minuto dal passaggio delle onde, i dati degli osservatori Virgo, LIGO e KAGRA vengono combinati e analizzati, e la posizione della sorgente viene resa pubblica. Magari la notifica sul telefono arriverà bevendo il caffè al bar o guardando il telegiornale della sera.
Ho scritto questo libro nel 2018, in francese (Les vagues de l'espace-temps. La révolution des ondes gravitationnelles, Dunod 2019). Un bisogno di entrare ancora più in confidenza con una lingua che amo, e la lingua del paese dove vivo da venticinque anni.
All'inizio del 2024 ho proposto a Hoepli di tradurre il libro in italiano. L'esperienza di traduzione m'incuriosiva, perché vent'anni prima avevo chiesto allo scrittore Erri De Luca: "Come si fa a imparare a scrivere?". Lui mi rispose: "Impara un'altra lingua. Ama un'altra lingua, quella di uno scrittore che ammiri. Poi, prova a tradurre qualcosa che ti piace. Questo esercizio ti costringerà a uno sforzo intenso e preciso nei confronti della tua propria lingua, che te la fa possedere una seconda volta." Un'altra lingua che amavo ce l'avevo già, ma non avrei mai pensato di mettere in pratica il consiglio di Erri De Luca proprio traducendo un mio libro.
Durante la traduzione sono stato ospite per un breve periodo del bellissimo collegio di traduzione letteraria di Arles, nel Sud della Francia. Frequentando i traduttori ho apprezzato quanto quest'attività sia complessa, fragile e importante. Un'attività in prima linea nell'incontro-scontro con l'intelligenza artificiale, che può aiutarci a riflettere sui nuovi modi di produzione di conoscenza e di creazione, senza esserne travolti.
L'esercizio di traduzione è stato appassionante ma più complicato del previsto, perché dal 2018 il mondo è molto cambiato e credo di essere molto cambiato anch'io: c'è stato il COVID, la crisi ecologica si è ulteriormente aggravata e molte persone, compreso il sottoscritto, sono diventate finalmente consapevoli dell'urgenza di riflettere sulle nostre responsabilità in questo mondo che brucia. Inoltre sono emersi conflitti e nuove instabilità internazionali. Infine, il mio punto di vista sulle prime rivelazioni di onde gravitazionali, ancora "a caldo" nel 2018, ha acquistato un po' di distacco e un po' di profondità di campo. Tutto questo ha fatto sì che il dialogo fra l'autore di sette anni fa e il traduttore di oggi non fosse sempre facile. Gli amici traduttori professionisti mi avevano comunque assicurato che è normale.
Nel collegio dei traduttori a Arles tenevo sulla mia scrivania, come amuleto, il saggio sulla traduzione di Umberto Eco: Dire quasi la stessa cosa. Ecco, quello che avete fra le mani è per molti aspetti "un'altra cosa" rispetto all'edizione del 2018, ma che spero conservi l'entusiasmo e il senso di meraviglia di quei tempi.
Parigi, gennaio 2025