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Hanno vinto le gare a cui tenevano di più: il Milan in A, la Lazio in Coppa Zaccagni da Nazionale. Jashari c’è.
Per chi è senza Europa, la coppa di casa nostra non è affatto una coppetta: è l’altro obiettivo, il secondo, comunque importante. Perciò Lazio e Milan hanno giocato una partita vera, verissima, tirata e studiata benché non spettacolare: al contrario delle altre squadre di vertice non hanno impegni internazionali, aveva senso impegnare energie in questa sfida. Non a caso né Sarri né Allegri hanno imbottito le loro formazioni di riserve, al contrario di quanto hanno fatto molti allenatori delle grandi in questa tre giorni di ottavi di finale. A ben guardare l’unica rinuncia di rilievo l’ha fatta Max, che ha preferito risparmiare a Modric un’altra partita da titolare, scelta quasi inevitabile considerata l’età di quell’eterno ragazzo; al suo posto si è però visto Jashari, fuori da agosto, e le sensazioni sono state positive perché ha chiesto palla con personalità, l’ha toccata tante volte e alla fine è nata da una sua intuizione l’azione più pericolosa del Milan, conclusa alta da Leao.










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