Le pressioni e gli affari dei clan riguardano specialmente security e ingressi allo stadio, così i giudici di Catanzaro hanno ordinato la misura
Uno scudo contro la criminalità organizzata. Perché i club di calcio restano un target molto appetibile per le cosche. Così il Tribunale di Catanzaro ha disposto l’amministrazione giudiziaria per dodici mesi nei confronti del Crotone, su proposta congiunta del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del Procuratore distrettuale della Repubblica di Catanzaro e del Questore di Crotone. Per gli inquirenti, che si sono basati sul lavoro investigativo di polizia e carabinieri del Ros, "sono emersi sufficienti indizi per ritenere che l’attività economica della FC Crotone srl, compresa quella di carattere imprenditoriale, sia stata sottoposta, nel corso dell’ultimo decennio, direttamente o quantomeno indirettamente a condizioni di intimidazione e assoggettamento ad opera di esponenti di locali cosche di ‘ndrangheta, esercitando un asfissiante controllo del territorio di Crotone e delle relative attività imprenditoriali, compresa la FC Crotone srl, certamente più rilevante e appetibile".
affari
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Nel mirino della criminalità parte dell’indotto che gira intorno al club. Secondo l’accusa infatti: "Il libero esercizio, da parte della società sportiva, con particolare riferimento ai settori specifici della security e della gestione degli ingressi allo stadio, risulta profondamente influenzato dalla presenza pervasiva della criminalità organizzata, di soggetti indiziati di appartenenza alle articolazioni ‘ndranghetistiche locali". Contestualmente sono state avviate le procedure per la notifica di 17 provvedimenti di Daspo “fuori contesto”.
il club
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Un provvedimento a tutela del club dunque, sulla scia di quello notificato al Foggia, anch’esso sotto controllo giudiziario dopo le denunce del presidente Canonico. L’obiettivo è quello di riportare l’attività economica dei club nel perimetro della legalità. La famiglia Vrenna, proprietaria del Crotone e artefice di una storica promozione in Serie A nel 2016, specifica attraverso l’avvocato Francesco Verri: "Non si tratta affatto di un provvedimento punitivo: la misura è stata adottata perché l’Autorità Giudiziaria ritiene che l’Fc Crotone abbia subito il potere di intimidazione della ‘ndrangheta e non ipotizza, neanche lontanamente, complicità o connivenze della società, dei suoi soci o dei suoi dirigenti e collaboratori. L’Fc Crotone collaborerà attivamente con gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale per proseguire le proprie attività nell’interesse della società, dei tifosi e in generale dello sport". Intanto la procura della Figc acquisirà gli atti dalla magistratura.