"La scienza e le arti sono
distanti ormai da quattro secoli, però c'è un anelito comune,
c'è un senso di mistero che unisce la scienza contemporanea e
sicuramente la creazione artistica. Vedere se è possibile creare
un dialogo fra questi ambiti distanti, può essere forse la sfida
del futuro. Nessuno immagina che un letterato possa essere
consapevole delle matematiche che soggiacciono alla quantistica,
però è interessante che non ci si rinchiuda negli steccati delle
proprie discipline". Lo ha detto oggi a Trieste Enrico
Terrinoni, professore di Letteratura inglese all'Università per
Stranieri di Perugia, in occasione del dibattito sulla meccanica
quantistica e la società dal titolo "Natura Facit Saltum".
L'incontro si è svolto al teatro Miela, e l'obiettivo era
avvicinare il pubblico alla meccanica quantistica anche
attraverso la musica e l'arte. "La realtà - ha sottolineato
Terrinoni - è che noi dobbiamo partire da subito, nella nostra
società, a non dare il messaggio sbagliato, a non dire ai nostri
figli di occuparsi di italiano o di matematica, di geografia o
di storia. Dobbiamo cercare di dare un senso a un sapere comune
e universale che poi è il senso delle università, produrre un
sapere comune che poi si differenzierà e troverà il proprio
specialismo".
Ad entrare nello specifico della matematica quantistica è
stato poi Giuseppe Mussardo, professore di Fisica Teorica alla
Sissa, un tema complesso ma "al quale la gente si sta
avvicinando - ha detto - certo c'è ancora una barriera, ma le
persone stanno iniziando a familiarizzare".
Stefano Fantoni, presidente della Fondazione Internazionale
Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze, ha
ricordato che "tutto è quantistico, quindi non si può come
società non avere perlomeno una certa comprensione, superficiale
magari, ma che può rivelarsi sufficiente, tanto più quest'anno,
quando si celebra un secolo esatto dalla nascita della meccanica
quantistica".
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