La mamma di Cecilia Sala ricevuta da Meloni: 'Scelte importanti per il suo rientro'

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"Nel corso del pomeriggio" la premier Giorgia Meloni "ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia, e ha incontrato a Palazzo Chigi la madre, Elisabetta Vernoni". Lo afferma una nota di Palazzo Chigi dopo il vertice sul caso della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran, durato circa un'ora.

Lasciando Palazzo Chigi, Vernoni ha sottolineato che "la prima preoccupazione adesso sono assolutamente le condizioni di vita carceraria di mia figlia. Si è parlato di cella singola. Non esistono le celle singole. Esistono le celle di detenzioni comuni e poi ci sono le celle di punizione. Lei è una di queste evidentemente. Io non lo so come sono, ma se una dorme per terra mi fa pensare che nel 2024 si chiami così. Quindi la prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari". 

"La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre - ha proseguito - È stata più precisa e più puntuale ed è questo che io volevo e questo ho avuto". A chi le domandava se fosse soddisfatta dell'incontro, ha risposto: "Ovviamente sì, nel senso che in questo momento, è ovvio che i miei umori... Ieri è stato un momento di cambio d'umore forte, però assolutamente sì".

"Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita. Poi, se pensiamo a giorni o altro, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini", ha aggiunto la mamma della giornalista. E sui possibili tempi indicati per una soluzione ha chiarito: "Qualche cosa, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".

Nella nota al termine del vertice del pomeriggio, Palazzo Chigi sottolinea che "il governo conferma l'impegno presso le autorità iraniane per l'immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana".

"Il Sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al Copasir già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento", prosegue la nota della Presidenza del Consiglio.

"Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti - si legge ancora - il governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali". 

Amb. Iran, a Sala data ogni agevolazione, liberare Abedini

L'ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri ha riferito nel corso dell'incontro alla Farnesina di questa mattina "che sin dai primi momenti dell'arresto" di Cecilia Sala "si è garantito l'accesso consolare all'ambasciata italiana a Teheran e le sono state inoltre fornite tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari. Ci si aspetta dal governo italiano che reciprocamente, oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto, vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno". Lo riferisce su X l'ambasciata iraniana a Roma. 

L'ambasciata iraniana ha parlato di un "amichevole colloquio" con il segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, nel quale "si è discusso e scambiato opinioni sul cittadino iraniano Mohammad Abedini, detenuto nel carcere di Milano con false accuse e della Signora Cecilia Sala, cittadina italiana, detenuta in Iran per violazione delle leggi della Repubblica islamica dell'Iran".

Farnesina ad amb. Iran, liberare Sala e garantirle diritti

Si è concluso l'incontro alla Farnesina convocato dal segretario generale Riccardo Guariglia, su indicazione del ministro Tajani, con l'ambasciatore iraniano sul caso Sala. Da parte italiana - sottolinea una nota - è stata innanzitutto chiesta la liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. Guariglia ha ribadito la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all'Ambasciata d'Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati.

Kallas: 'L'Iran liberi immediatamente Sala'

"Chiedo l'immediata liberazione della reporter italiana Cecilia Sala, arrestata in Iran. Nessuno dovrebbe essere trattenuto per aver fatto il proprio lavoro, il giornalismo non è un reato. Ogni giornalista deve avere la libertà di fare reportage senza paura di essere arrestato o perseguitato. Mentre il mondo affronta la crisi, il ruolo del giornalismo è più essenziale che mai". Lo dichiara l'Alta rappresentante per la politica estera Ue Kaja Kallas.

Schlein: 'Il governo condivida le iniziative per liberarla'

"Cecilia Sala va liberata e riportata a casa. È la priorità assoluta. Per questo, in contatto col Governo, ci siamo attenuti alla massima discrezione richiesta. Ma le notizie sulle sue condizioni di detenzione sono allarmanti. Il trattamento inumano che sta subendo è inaccettabile. Nella piena collaborazione fin qui assicurata, chiediamo al Governo, nelle forme che la delicatezza della vicenda prevede, la condivisione con tutte le forze politiche delle iniziative intraprese per la sua liberazione. Al tempo stesso, con voce univoca ci si adoperi affinché sia garantito il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Calpestare la dignità di Sala significa calpestare la dignità dell'Italia". Lo affermano in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein e il responsabile Esteri del Partito Democratico Peppe Provenzano.

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