Yates insegna: il team olandese firma i grandi giri con corridori diversi, la Uae ha (finora) solo Pogacar
Una masterclass firmata dalla Visma-Lease a Bike al completo, non solo da Simon Yates. È così che sabato, sul Colle delle Finestre e poi verso Sestriere, si è deciso il Giro d’Italia. I meriti del britannico sono indiscutibili: in agguato per 19 tappe, alla 20a si è dimostrato il più forte sulla Cima Coppi, la magnifica salita piemontese simbolo di questa edizione, scollinando con 1’40” su Isaac Del Toro e Richard Carapaz dopo che al via di Verres si era presentato da terzo della classe, a 1’21” dal primato. Ma il capolavoro si è compiuto dopo, con l’aiuto del compagno Wout Van Aert sganciato con sapienza nella fuga da lontano, mentre la Uae-XRG della maglia rosa non aveva nessuno davanti: il belga è stato decisivo nel dilatare il margine fino a 5’, mentre soprattutto il leader e il suo team non trovavano contromisure, impelagati anche nell’inopportuno litigio con Carapaz. Nel duello tra corazzate, la Visma stavolta ha segnato un pesante punto a favore ribadendo una tendenza: in ambito grandi giri, a partire dalla Vuelta 2019 ne ha vinti 8 con 4 corridori diversi. La Uae-XRG è a quota 4, ma quei 4 li ha firmati tutti Tadej Pogacar. Al Tour de France – via il 5 luglio da Lilla – toccherà di nuovo al fuoriclasse sloveno contro Jonas Vingegaard: un’altra storia – tra l’altro da domenica, al Delfinato, ci sarà l’anteprima - però dal Giro i gialloneri sono usciti parecchio rinfrancati nel morale.
blocchi
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È bene chiarirlo: la Uae-XRG non è solo Tadej Pogacar, anzi. La squadra del team principal Mauro Gianetti è cresciuta tantissimo in questi anni, è riuscita a lavorare molto bene con i giovani ed è meritatamente al primo posto nel ranking Uci dei team dopo aver chiuso il 2024 con 81 vittorie (nel 2025 è a 40, nettamente più di tutti) mandando a segno 20 corridori diversi. E alla vigilia del Giro, era a dir poco difficile immaginare un 21enne come Del Toro, per quanto talentuoso, giocarsi la rosa fino alla penultima giornata. Però dopo la volata di Viadana, tappa 12 su 21, il team emiratino poteva ancora contare su 4 uomini nei primi 10, con Del Toro primo e Ayuso secondo. Quest’ultimo poi si è arreso agli incidenti e alla puntura di un calabrone, ma in generale in quel momento si pensava che sarebbe stato difficile strappare il Giro dalle mani della Uae. Invece è accaduto, e la Visma ha saputo superarsi nella tattica. La serie vincente nei grandi giri era cominciata con Primoz Roglic, capace di un tris consecutivo alla Vuelta (2019-2021) quando il gruppo si chiamava Jumbo-Visma. Poi è stato il momento di Jonas Vingegaard, primo nel 2022 e nel 2023 al Tour sempre davanti a Pogacar, anche se l’apoteosi è stata la stagione 2023 nel suo complesso: tripletta mai vista Giro-Tour-Vuelta, con Roglic primo al Giro e l’outsider Sepp Kuss vincitore della Vuelta, per un clamoroso podio monocolore davanti ai compagni Vingegaard e Roglic.
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Il rilancio di Simon Yates è l’ultima scommessa vinta. Il britannico aveva sì firmato la Vuelta 2018, ma quello era rimasto il suo unico grande giro nelle 11 stagioni al gruppo australiano che ora si chiama Jayco-AlUla. Quarto al Tour de France 2023, il Giro d’Italia lo aveva sfiorato soprattutto nel 2018, quando dopo 13 giorni in rosa e 3 tappe vinte era crollato sotto i colpi di Chris Froome proprio sul Colle delle Finestre che stavolta gli ha messo le ali. "Credo che avessi bisogno di cambiare, e volevo venire in una squadra che sapesse come vincere i Grandi Giri. L’hanno fatto con successo con diversi corridori e sembra che abbia dato i suoi frutti", ha detto domenica sera la maglia rosa, centrando il punto. Ha fatto festa anche Jacco Verhaeren, l’olandese che da questa stagione è a capo della struttura di allenamento della Visma, dopo i tanti successi nel nuoto con Olanda, Australia e Francia. E verso il Tour, la fiducia in Vingegaard – reduce dall’infortunio di marzo alla Parigi-Nizza – è totale: "Sulle tre settimane – ha spiegato il team principal Richard Plugge – Jonas può essere il migliore di tutti".