Israele, Hamas: "Sì a visita Croce rossa a ostaggi solo se si aprono corridoi umanitari a Gaza"

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Netanyahu: "Non ci spezzeranno con la propaganda dell'orrore". Protesta delle famiglie dei rapiti: bloccata l'autostrada a Tel Aviv

Uno degli ostaggi apparsi nei video diffusi da Hamas e le proteste contro Netanyahu a Tel Aviv - Afp Uno degli ostaggi apparsi nei video diffusi da Hamas e le proteste contro Netanyahu a Tel Aviv - Afp

04 agosto 2025 | 00.05

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Il ricatto della fame. E' questa l'ultima arma nella guerra tra Israele e Hamas. Il gruppo jihadista dopo la diffusione dei video di due ostaggi denutriti come - secondo quanto riferito dalle agenzie delle Nazioni Unite - oltre mezzo milione di persone a Gaza, ha fatto sapere che consentirà l'accesso del Circ, Comitato internazionale della Croce Rossa, agli ostaggi israeliani nella Striscia solo se saranno aperti corridoi umanitari verso il territorio palestinese.

Lo scambio

"Le Brigate Qassam sono pronte a rispondere positivamente e ad accettare qualsiasi richiesta della Croce Rossa volta a fornire cibo e medicine ai prigionieri nemici”, si legge nel comunicato. “Per accettare ciò, stabiliamo che i corridoi umanitari devono essere aperti normalmente e in modo permanente per consentire il passaggio di cibo e medicine a tutta la nostra popolazione in tutte le zone della Striscia di Gaza”, ha dichiarato il gruppo islamista.

Una proposta di scambio che arriva in risposta alla richiesta lanciata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu che ieri aveva esortato il Comitato internazionale della Croce Rossa ad agire immediatamente per fornire cibo e assistenza medica agli israeliani trattenuti a Gaza. Richiesta subito raccolta dalla Croce Rossa che aveva ribadito che gli ostaggi "devono ricevere urgentemente le cure mediche e l'attenzione di cui necessitano", rinnovando la richiesta di poterli visitare.

Gli ostaggi israeliani “mangiano” come la popolazione di Gaza e “non riceveranno alcun trattamento di favore finché continuerà il blocco (degli aiuti ndr,) e la politica della fame”, afferma però Hamas in un comunicato. “Le Brigate Qassam non privano deliberatamente i prigionieri del cibo, ma fanno mangiare loro ciò che mangiano i nostri combattenti e tutto il nostro popolo”.

La linea dura di Netanyahu

Ma il premier israeliano è determinato a mantenere la linea dura. "Come voi, anche io ieri sono rimasto sconvolto. Ho visto i video raccapriccianti dei nostri cari ragazzi, Rom e Avitar", ha detto il primo ministro in un video pubblicato su X. "Li vedete marcire in una cella. Ma i mostri di Hamas che li circondano hanno braccia muscolose. Loro hanno tutto ciò di cui hanno bisogno per mangiare. Li stanno affamando come i nazisti hanno fatto con gli ebrei", ha scandito Netanyahu. "Hamas non vuole un accordo. Vuole spezzarci con questi video raccapriccianti - ha aggiunto - con la propaganda dell'orrore che diffonde nel mondo. Ma noi non ci spezzeremo. Sono ancora più determinato a liberare i nostri figli rapiti, a eliminare Hamas, a garantire che Gaza non costituisca più una minaccia per lo Stato di Israele".

La protesta delle famiglie dei rapiti

Una linea che però scatena in Israele la rabbia dei familiari dei rapiti. Un gruppo di manifestanti, del Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani, ha bloccato ieri sera l'autostrada Ayalon a Tel Aviv, chiedendo un accordo immediato per liberazione dei prigionieri trattenuti da Hamas, riferisce il Times of Israel.

L''Hostage Families Forum' ha criticato duramente il primo ministro d'Israele, Benjamin Netanyahu, dopo che ha detto: "Hamas non vuole un accordo e Israele deve agire per eliminare il gruppo terroristico". Dichiarazioni che sono sembrate estremamente pericolose per la sopravvivenza degli ostaggi, ancora in prigionia, e in un contesto di negoziati in corso (seppur in stallo) per il cessate il fuoco.

"Da 22 mesi all'opinione pubblica è stata venduta l'illusione che la pressione militare e gli intensi combattimenti riporteranno indietro gli ostaggi", afferma in una nota il gruppo, che rappresenta la maggioranza delle famiglie dei 50 ostaggi ancora detenuti. "Anche prima che la bozza per un accordo globale fosse scritta, ci dicono che un accordo non è fattibile", aggiunge la nota. "Bisogna dire la verità: estendere la guerra mette a repentaglio la vita degli ostaggi, che rischiano una morte imminente. Abbiamo visto le immagini agghiaccianti degli ostaggi nei tunnel, non sopravviveranno ad altri lunghi giorni di orrore".

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