Un nuovo approccio ispirato all’architettura del sistema nervoso umano ha permesso la programmazione di sciami di robot capaci di auto-organizzarsi, dividendosi in sottogruppi più piccoli: questa struttura permette, infatti, di migliorare la coordinazione tra i vari robot mentre portano a termine il compito loro assegnato. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Robotics, è stato ottenuto dal gruppo di ricerca guidato dalla Libera Università di Bruxelles, che ha testato con successo questo approccio attraverso simulazioni al computer ed esperimenti sul campo: queste ‘squadre robot’ potrebbero aiutare a trovare e soccorrere rapidamente i sopravvissuti a disastri naturali, o a monitorare l’inquinamento in vaste aree geografiche.
Le applicazioni basate sugli sciami di robot hanno ancora difficoltà a passare dal laboratorio al mondo reale: raggiungere la capacità dell’auto-organizzazione è, infatti, impegnativo, poiché le macchine vengono programmate individualmente, non a livello di gruppo. “Nel nostro studio affrontiamo questa sfida combinando aspetti di controllo centralizzato con aspetti di controllo auto-organizzato – dice l’italiano Marco Dorigo, coordinatore della ricerca – per cercare di sfruttare i vantaggi di entrambi in un unico sistema”.
Grazie alla rete messa a punto dai ricercatori, i robot possono organizzarsi in una struttura gerarchica dinamica simile a quella del sistema nervoso umano: “In questo modo, ogni robot comunica solo con i suoi vicini più prossimi, per evitare il collo di bottiglia che si verificherebbe in un sistema completamente centralizzato”, afferma Mary Katherine Heinrich, co-autrice dello studio.
“In altre parole – aggiunge Dorigo – la nostra architettura consente di programmare uno sciame come se fosse un singolo robot: riteniamo che ciò possa migliorare notevolmente la trasferibilità degli sciami di robot dagli ambienti di laboratorio alle applicazioni del mondo reale”.
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