
serie a noir
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Peter Mangs voleva innescare "una guerra razziale" a Malmö. Per questo sparava a neri, musulmani e rom. Tra le sue vittime avrebbe potuto esserci anche Zlatan, "traditore della razza svedese": quel parcheggio in sosta vietata doveva essere punito con la morte
Questa è - per fortuna - una storia interrotta, racconta di un tentativo di omicidio non riuscito, di una xenofobia che accende la miccia della rabbia e di un campione che è stato - senza tuttavia esserne a conoscenza - nel mirino, letteralmente, di uomo che voleva farlo fuori. Gli uomini protagonisti di questa storia sono due. Il primo è Zlatan Ibrahimovic, di lui sappiamo tutto. Il secondo si chiama Peter Mangs. È svedese, attualmente è detenuto in carcere. Dal 2003 al 2010, quando è stato arrestato, si è reso protagonista di innumerevoli atti di violenza, tra cui tre omicidi e dodici tentati omicidi. In carcere ha scritto una biografia, le sue efferatezze sono diventate materia di un docufilm. Mangs ha raccontato di odiare gli stranieri, gli immigrati, quelli che lui considerava “traditori della razza”. Il serial killer, per sua stessa ammissione, mirava a “innescare una guerra razziale” nella città dove viveva, Malmö, sparando a cittadini neri, musulmani e rom con l’obiettivo di amplificare tensioni e risentimenti nella città più multirazziale, complicata e segregata della Svezia.