Il sangue diventa l’ingrediente chiave per un nuovo bio-materiale che consente di stampare in 3D tessuti e organi su misura, in modo da aiutare la rigenerazione dei tessuti o degli organi danneggiati da lesioni e malattie. L’innovativa tecnica, testata con successo su animali, si deve al gruppo guidato dalle Università britanniche di Nottingham e Queen Mary di Londra, del quale fanno parte anche ricercatori italiani all’estero.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Materials, apre alla possibilità di trasformare il sangue un ingrediente fondamentale per la medicina rigenerativa. I ricercatori coordinati da Thomas Iskratsch della Queen Mary e Alvaro Mata di Nottingham hanno sviluppato un materiale in grado di assemblarsi da solo, nel quale molecole sintetiche ottenute in laboratorio vengono mescolate al sangue prelevato dal paziente.
il risultato permette di riprodurre e potenziare il naturale processo di guarigione che entra in azione in caso di fratture o altre lesioni. Il materiale può essere facilmente stampato in 3D, e gli autori dello studio ne hanno dimostrato le capacità in esperimenti di laoraotrio. “Per anni i ricercatori hanno cercato metodi per riprodurre in via sintetica l’ambiente rigenerativo naturale, cosa che si è rivelata difficile data la sua complessità: noi abbiamo scelto di lavorare insieme alla biologia, invece di ricrearla”, dice Mata.
“La possibilità di trasformare in modo semplice e sicuro il sangue delle persone in impianti altamente rigenerativi è davvero entusiasmante”, aggiunge l’italiano Cosimo Ligorio dell’Università di Nottingham, co-autore dello studio. “Il sangue può essere ottenuto dai pazienti facilmente e in volumi relativamente elevati. Il nostro obiettivo – osserva Ligorio – è creare degli strumenti facilmente utilizzabili in ambito clinico, per trasformare in modo rapido il sangue dei pazienti in impianti rigenerativi personalizzabili”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA