Il Psg di Gigio e Kvara o l'Arsenal di Rice: Inter, chi è meglio affrontare? VOTA il sondaggio

2 giorni fa 2

La squadra di Luis Enrique ha freschezza, qualità, alternative e Donnarumma come leader e muro. Gli inglesi, limitati dagli infortuni, contano su un attacco imprevedibile e sulla qualità del duo Rice-Odegaard

Pierfrancesco Archetti

Giornalista

7 maggio 2025 (modifica alle 08:25) - MILANO

PSG: PREGI E DIFETTI

Per il percorso compiuto e per la qualità elevata di tutta la rosa, il Psg viene considerato un rivale più duro dell’Arsenal, dal mondo interista. Però il pronostico sarebbe molto aperto, non potrebbe non esserlo visto come i nerazzurri sono arrivati in finale eliminando Bayern e Barcellona. E in che modo. Inzaghi studierà pregi e difetti, ma c’è un aspetto da cui partire: se Gigio Donnarumma ha fatto ricredere tutta la critica francese per i miracoli in serie a Liverpool (sui rigori) o contro Aston Villa e Arsenal, significa che la fase difensiva non è impeccabile. Le super parate esaltano i portieri ma gettano ombre su chi li deve proteggere. In 15 partite di Champions, il Psg ha concesso 52 tiri in porta e 53 fuori, con 14 gol incassati. Negli ultimi turni prima della semifinale, è passato indenne ad Anfield (vittoria per 1-0 prima dei rigori), ma ha sofferto anche Birmingham (sconfitta per 3-2 dopo aver vinto 3-1 all’andata). 

l'esperienza

—  

La Champions League è sempre stata vista come l’obiettivo principale del Psg, da quando nel 2011 il fondo sovrano del Qatar rifondò il club. Ma nella capitale francese il trofeo non è mai arrivato, nonostante due stagioni con il trio d’attacco formato da Lionel Messi, Kylian Mbappé e Neymar. Soltanto nel 2020, nella stagione del Covid e della finale concentrata a Lisbona dopo un mini torneo in pochi giorni, il Psg arrivò in finale ma venne battuto dal Bayern, con un gol di un prodotto del club come Kingsley Coman. Ed è con questa lezione che i francesi stanno riprovando a prendere il trofeo: basta stelle galattiche, dopo 2,2 miliardi di spese sul mercato, ma tanti giovani di talento raccolti in gruppo e plasmati da un padre esigente, ruvido e vincente come Luis Enrique. Che ha avuto anche scontri duri con alcuni giocatori, però ha già vinto una Champions con il Barcellona, infilzando la Juventus nel 2015 a Berlino, e conquistando all’epoca un triplete che potrebbe bissare adesso, con la Ligue 1 già vinta e la coppa nazionale da prendere il 24 maggio. 

i leader

—  

Il tecnico ha la rosa dall’età media più bassa dell’intera Champions (24 anni e 110 giorni) e ciò porta a freschezza ma pure a qualche possibile tremolio davanti al grande trofeo. L’esperienza dei vari Marquinhos, Fabian Ruiz, Achraf Hakimi, oltre che del “veterano” Donnarumma, che pure ha solo 26 anni, va bilanciata con l’esuberanza di Désiré Doué (19 anni), Joao Neves (nato nel 2004), William Pacho (23 anni) e la qualità di Khvicha Kvaratskhelia, o Ousmane Dembélé. Se si pensa anche alla sapiente regia di Vitinha e a ruoli ben occupati in maniera doppia (Barcola/Doué), il Psg sembra una squadra completa e sarà anche ben riposata perché ha chiuso la pratica campionato già da tempo. Ma l’Inter arriva carica per aver superato due turni terribili: avrà un’autostima superiore.

I sondaggi online di Gazzetta.it non hanno un valore statistico, si tratta di rilevazioni non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno lo scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità. Le percentuali non tengono conto dei valori decimali. In alcuni casi, quindi, la somma può risultare superiore a 100.

ARSENAL: PREGI E DIFETTI

Con tutta onestà, moltissimi tifosi interisti questa sera tiferanno per l’Arsenal, perché dà l’impressione di essere più abbordabile del Psg. Ma se arriverà a Monaco di Baviera, vorrà dire che avrà centrato l’impresa di aver travolto anche i pronostici al Parco dei Principi, dopo la sconfitta all’andata. E sarà la seconda volta, perché anche il quarto contro il Real Madrid sembrava sbilanciato, perlomeno per l’esperienza europea dei detentori, invece i Gunners ne sono usciti da trionfatori, andando a violare anche il Bernabeu (2-1) dopo il 3-0 dell’andata. 

l'esperienza

—  

L’Arsenal cerca la finale di Champions dal 2006, l’unica della sua storia, quando perse contro il Barcellona. In questo caso sarebbe in vantaggio (psicologico) l’Inter perché ha visto la coppa da vicino soltanto due anni fa, a Istanbul. E anche se perse quella finale, contro il Manchester City, per ammissione dello stesso Inzaghi quella notte «è rimasta dentro» e l’Inter ha fatto di tutto per avere la possibilità di riprovarci. L’ultima coppa da torneo (non la Supercoppa) presa dall’Arsenal risale al 2020, nella prima stagione dell’era Arteta, con la Fa Cup strappata al Chelsea. Ma se si vuole attribuire un Dna vincente a quel gruppo, tra chi giocò titolare e chi partì dalla panchina, sono rimasti soltanto in due: Kieran Tierney e Bukayo Saka. Arteta ha lavorato a lungo su questo aspetto, sul fatto di fornire una mentalità vincente al suo gruppo. Va detto anche che gli infortuni lo hanno penalizzato: l’attacco è stato sguarnito con i guai di Gabriel Jesus e Kai Havertz (per loro stagione finita). Pure Saka e Gabriel Martinelli hanno avuto problemi, ed è stata provvidenziale la soluzione-Merino: il centrocampista inventato centravanti ha avuto la gloria di 6 gol nel suo interregno. Adesso lo spagnolo è tornato a centrocampo, ma può essere la classica variabile che spezza gli schemi.

i leader

—  

Il 4-3-3 di Arteta è diventato spesso 4-1-4-1 innervato da alcuni leader come Declan Rice, autore anche di una doppietta su punizione al Real Madrid, e dal capitano Martin Odegaard, nazionale norvegese. L’Arsenal ha segnato 30 gol in 13 match di Champions, 8 in più dell’Inter nelle stesse gare, e sempre contando 13 match la miglior difesa insieme ai nerazzurri con 8 reti subite. La coppia centrale formata da Saliba e Kiwior regge a fatica dopo l’infortunio di Gabriel e i guai cronici di Riccardo Calafiori. Però in generale è la paura di vincere è la mancanza più visibile dei Gunners, che in campionato hanno perso 21 punti dopo essere passati in vantaggio. Se non succedono stravolgimenti, per il terzo anno consecutivo Arteta chiuderà la Premier al secondo posto. Una fama di non vincenti che potrebbe far comodo anche all’Inter. E ogni gesto scaramantico è ammesso.

Leggi l’intero articolo