Il Papa: 'No alle punizioni collettive, basta guerra'

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"Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto. Alla comunità internazionale rivolgo l'appello ad osservare il diritto umanitario e a rispettare l'obbligo di tutela dei civili nonché il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e lo spostamento forzato della popolazione".

Sono state forti le parole di Papa Leone XIV rivolte oggi all'Angelus recitato da Castel Gandolfo al termine di una mattinata tutta dedicata all'abbraccio alla comunità di Albano, con la celebrazione di buon mattino nella Cattedrale di San Pancrazio.

Papa Prevost ha espressamente citato gli attacchi "militari" dell'esercito israeliano di questi giorni, non solo alla chiesa latina della Sacra Famiglia, che ha indignato e sconvolto tutto il mondo cristiano, ma ha fatto ampio riferimento anche agli altri attacchi militari contro la popolazione civile e i luoghi di culto, esprimendo inoltre la sua stessa preoccupazione per i paventati piani di deportazione o concentramento della popolazione palestinese, proprio nel giorno in cui l'Idf inizia una operazione di terra con ordini di evacuazione ai gazawi verso Sud.

Ai cristiani del Medio Oriente, in particolare, Leone ha rivolto parole accorate: "Ai nostri amati cristiani mediorientali dico, sono vicino alla vostra sensazione di poter fare poco davanti a questa situazione così drammatica, siete nel cuore del Papa e di tutta la Chiesa, grazie per la vostra testimonianza di fede!". Significativo anche che abbia voluto nominare ciascuna delle vittime dell'attacco alla chiesa pronunciando i loro nomi: "Esprimo il mio profondo dolore per l'attacco dell'esercito israeliano contro la Parrocchia cattolica della Sacra Famiglia. Prego per le vittime, Saad Issa Kostandi Salameh, Foumia Issa Latif Ayyad, Najwa Ibrahim Latif Abu Daoud, e sono particolarmente vicino ai loro familiari e a tutti i parrocchiani".

Con un fuori programma, il Papa si è lasciato anche intervistare brevemente da alcuni giornalisti presenti sul posto, un gesto che dà la misura di quanto reputi straordinari e gravi gli sviluppi a Gaza, tali da aver coinvolto un luogo sacro che doveva essere protetto, in un attacco che ha costretto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a una telefonata di scuse allo stesso Leone. "Dobbiamo dialogare e lasciare le armi", ha ribadito il Pontefice, "il mondo non sopporta più la guerra". Su Gaza, ha aggiunto proprio riferendosi della telefonata con Netanyahu, "abbiamo insistito sulla necessità di proteggere i luoghi sacri e lavorare insieme in questo senso, lasciare tanta violenza e tanto odio".

"Perdonarsi costa fatica - aveva ammonito alla messa - ma è l'unica via per la pace". La telefonata del primo ministro israeliano difficilmente comunque placherà gli animi in Vaticano. Alle dichiarazioni di ieri di Parolin ("legittimo dubitare sia stato un errore"), si è aggiunto oggi anche il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero delle Chiese orientali, secondo cui si è trattato di "un gesto disumano, tra tanti altri", "che viola l'antico diritto d'asilo, riconosciuto come progresso della civiltà" e si chiede se mai sia stato "voluto e programmato".

Video Il Papa all'Angelus: 'Si fermi subito la barbarie della guerra'

Papa Leone nella residenza estiva di Villa Barberini, si concederà ancora un paio di giorni di riflessione e riposo, della cui importanza di lui stesso ha parlato questa mattina: "L'estate è un tempo propizio per prendersi cura gli uni degli altri". Poi martedì rientrerà in Vaticano prendendo in mano i testi per il Giubileo dei Giovani, in programma dal 28 luglio al 3 agosto, ma anche i dossier sulle guerre in corso, esaminando con tutta probabilità i rapporti in arrivo dalla nunziatura israeliana.

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