Il Milan Futuro va all'inferno: perde 2-0 con la Spal e retrocede in Serie D

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Dopo l'1-0 nell'andata dei playout, i rossoneri cadono 2-0. Gli emiliani si salvano, fallimento totale del progetto affidato da Ibra al ds Kirovski

Dal nostro inviato Marco Pasotto

17 maggio - 22:20 - FERRARA

Quando, alle ore 21.58, si aprono le porte dell’inferno, c’è una certa logica: a varcarle è il povero Diavolo che, dopo aver vinto l’andata in casa con la Spal uno a zero, cade a Ferrara prendendone due e sprofonda in Serie D. Un Milan fra i dilettanti: fa un certo effetto. Il Milan Futuro, seguito in Emilia soltanto dal ds Kirovski (Ibra ha assistito alla partita della Primavera, che si è guadagnata i playoff), deve resettare e ripartire là dove non avrebbe mai immaginato di finire. Uno shock su tutta la linea. Il progetto dovrà per forza di cose essere rivisitato in profondità ma prosegue, e qualcosa di buono in termini di giocatori affidati alla prima squadra si è visto, anche se rimane comunque un’annata sportivamente fallimentare. A Ferrara invece è festa. Non esagerata perché per una squadra partita con l’obiettivo playoff, ritrovarsi ai playout è stata una grande delusione. Ma festeggiare è lecito, dopo lo scampato pericolo. 

intepretazione

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Oddo ha schierato lo stesso Milan dell’andata, mentre Baldini ne ha cambiati tre, ma a essere diverso è stato essenzialmente l’atteggiamento. Quello della Spal è stato un approccio feroce esattamente come richiedeva il tipo di partita, ovvero tutto il contrario di ciò che era successo all’andata, quando l’interpretazione complessiva degli emiliani era stata desolante. In pratica, parti invertite rispetto alla settimana precedente: biancazzurri padroni del campo, rossoneri nel caos e incerti in fase difensiva. Per un semplice motivo: è stata tutta questione di intensità, grazie alla quale i padroni di casa sono arrivati quasi sempre prima del Milan, seconde palle comprese. La spinta del Mazza – oltre 10.500 spettatori – è stata ovviamente un fattore sostanzioso, anche se più di qualcuno temeva che avrebbe potuto rivelarsi paradossalmente un’arma a doppio taglio, finendo per generare pressione eccessiva. Per dire, all’ingresso in campo per il riscaldamento il primo coro della curva Ovest è stato “Tirate fuori i c…”. Ambiente non agevolissimo, anche se poi l’incitamento è stato costante e prezioso. Diciamo che la Spal ha interpretato la partita come la sua gente avrebbe voluto vedere per tutta la stagione, e il Milan ha floppato i novanta minuti decisivi dopo un primo round che l’aveva visto nettamente superiore. Una partita illusoria, col senno del poi. E l’ennesima certificazione che a questi livelli la tecnica ovviamente aiuta, ma non è sufficiente senza personalità, malizia e una buona dose di ruvidezza. 

 Chaka Traore' of Milan Futuro in action during the Serie C Playout Second Leg match between Spal and Milan Futuro at Stadio Paolo Mazza on May 17, 2025 in Ferrara, Italy. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)

difficoltà

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La Spal ruvida lo è stata parecchio, la partita è sempre rimasta su toni piuttosto accesi – nel primo tempo espulso dalla panchina il d.t. biancazzurro Casella -, anche se non è mai sfociato nella cattiveria vera. E il Milan non è mai riuscito davvero a reagire all’irruenza dei padroni di casa. Tant’è vero che le opportunità migliori sono arrivate con tiri dalla distanza – Sandri, due volte Alesi, Sia nella ripresa -, che hanno anche messo in difficoltà Galeotti, ma allo stesso tempo hanno evidenziato la difficoltà di arrivargli vicino (l’unico che c’è riuscito è stato Traore, con un destro smanacciato problematicamente in angolo). Una fatica enorme in fase di costruzione. La Spal è passata due volte nel primo tempo con merito, dando un senso a una manovra piacevolmente avvolgente e alla grande pressione. Il primo gol è nato infatti da un pallone sradicato da Nador e ripartenza secca sul fianco sinistro: cross basso di Parigini per Awua e conclusione deviata da Molina quel tanto che è bastato per mettere fuori causa Nava. Era il 22’ e a quel punto i decibel del Mazza si sono ulteriormente alzati, fino al meraviglioso raddoppio di Molina (37’), che si è girato con una magia in un fazzoletto e ha disegnato un arcobaleno nel sette più lontano. Tutti in piedi. Il Milan ha accusato il colpo, barcollando come un pugile stordito e a quel punto, con due gol da recuperare, si è fatta durissima. Nella ripresa il Diavolo ci ha provato con un po’ più di convinzione, ma senza riuscire a spostare più di tanto l’inerzia della partita. Nessun guizzo, nessuna giocata in grado di rimettere in bilico il risultato. Teste basse e lacrime da una parte, abbracci dall’altra e ovazione per Mirco Antenucci, che è entrato nella ripresa e ha dato l’addio al calcio nella partita dei grandi sorrisi e dello scampato pericolo.

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