I malori, la vicenda Clostebol, il caso dei preparatori: a ogni Slam Sinner ha un avversario in più

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Da Wimbledon a Wimbledon, per Jannik un anno vissuto pericolosamente, ma sempre in testa alla classifica

Luigi Ansaloni

30 giugno - 12:13 - MILANO

Da Wimbledon a Wimbledon, un anno slam vissuto pericolosamente da Jannik Sinner. Passato tutto in testa alla classifica, da dominante numero uno del mondo, ma a ogni Slam l’azzurro ha dovuto affrontare sempre qualcosa: un imprevisto, un pensiero in più del dovuto, inseguendo una tranquillità davvero mai avuta in nessuno dei quattro tornei principali. Per un motivo o per un altro. Questo Wimbledon non farà eccezione, con la rivoluzione dentro il suo team e l’allontanamento del preparatore atletico Marco Panichi e del fisioterapista Ulises Badio e pochi giorni dal via dello slam londinese.

sguardi bui

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Lo scorso anno, sui prati inglesi, nessuno lo sapeva ancora, ma Jannik era nel bel mezzo dell’incubo peggiore. Il caso Clostebol non era ancora scoppiato pubblicamente, ma per Sinner e il tuo team tutto era già cominciato da qualche mese. Piccoli malesseri, sguardi bui, testa da un’altra parte: non era il solito Jannik. Nei quarti di finale, il crollo. Il medical time out di 10 minuti chiamato per un malore, con giramenti di testa e problemi intestinali, durante il terzo set, e poi l’eliminazione per mano di Daniil Medvedev. Non un malessere normale, non da Jannik. Il perché si capirà dopo.

bufera

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Ad agosto il caso Clostebol diventa di dominio pubblico, subito dopo la vittoria a Cincinnati. Perché sì, nonostante tutto Jannik continua a vincere. Alle porte c’è lo Us Open e Sinner è dentro una bufera che avrebbe devastato chiunque. Non lui. Nel media day il numero uno del mondo non si tira indietro, risponde a tutte le domande e annuncia di aver licenziato il preparatore Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi. A New York dimostra di che pasta è fatto: non vince soltanto ma domina, agguantando il secondo slam della carriera.

udienza

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A gennaio il numero uno del mondo arriva a Melbourne per difendere il titolo con la spada di Damocle del ricorso Wada e la richiesta di squalifica da uno a due anni. Sinner viene da un periodo fantastico sul campo, di sole vittorie, ma uno slam è uno slam, e la data dell’udienza si avvicina. Tensione su tensione, anche qui non il modo migliore per difendere un titolo major per la prima volta in carriera. Agli Australian Open però Jannik è perfetto. Un piccolo malessere durante l’ottavo contro Rune, che ricorda quello contro Medvedev a Wimbledon, ma stavolta a vincere è Sinner. Che non si guarda indietro e distrugge tutti da lì in avanti, alzando per la seconda volta il trofeo al cielo di Melbourne.

accordo

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A febbraio arriva l’annuncio dell’accordo tra Jannik e la Wada, con la sospensione di tre mesi del numero uno del mondo. Sinner torna agli Internazionali di Roma, con il Roland Garros alle porte. Finale al Foro, battuto da Alcaraz, rodaggio prima di Parigi. Pure in questo caso, con 90 e più giorni di stop alle spalle, non certo il modo migliore per prepararsi ad un major, con poco tennis vero sulle gambe. Sinner però risponde, come al solito, alla grande: anche qui finale, 5 ore e 29 minuti di battaglia, persa con match point a favore, sempre contro Alcaraz. Ora Wimbledon e la rivoluzione, l'ennesima, la terza in carriera, nel suo team. Come reagirà Jannik?

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