I dazi di Trump colpiscono le aziende italiane in Brasile

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La tariffa del 50% imposta a seguito della condanna dell'ex presidente Bolsonaro penalizza anche le nostre imprese che producono nel Paese sudamericano e da lì esportano negli Usa

Emilio Deleidi

16 settembre - 10:38 - MILANO

Donald Trump non ha apprezzato la condanna dell'ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro a 27 anni e tre mesi di carcere da parte della Corte Suprema del Paese sudamericano, che lo ha riconosciuto colpevole di un tentativo di colpo di Stato messo in atto dopo aver perso le elezioni del 2022. Il presidente americano, sostenitore di Bolsonaro, ha criticato aspramente la sentenza, ma non si è limitato alle parole: l'arma che ha impugnato, come spesso ha fatto negli ultimi tempi, è quella dei dazi, imposti nella misura del 50% sulle merci esportate dal Brasile verso gli Stati Uniti. La tariffa prevede poche esclusioni, riservate per esempio agli aerei e ai prodotti energetici, e colpisce quindi anche il settore automotive. Gli Usa non importano auto prodotte in Brasile, destinate quasi esclusivamente ad altri Paesi sudamericani come Argentina, Cile e Perù, ma vi acquistano componenti. E tra le aziende che producono in Brasile ed esportano verso gli Stati Uniti ve ne sono anche alcune italiane, penalizzate dalla nuova barriera doganale.

pirelli

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L'azienda italiana vanta una lunga storia in Brasile, che risale addirittura al 1929, anno in cui vi acquisì la Conac, una piccola società attiva nel settore dei cavi elettrici con sede nei dintorni di San Paolo. A partire da quel giorno, lo sviluppo della Pirelli nel Paese latinoamericano è stato continuo, in un crescendo di fabbriche localizzate a Santo André, Campinas, Gravataí e Sumaré, dove è stata realizzata anche la prima pista di prove per pneumatici del continente. Del 1986 è la creazione del complesso di Feira de Santana, nello Stato di Bahia. Oggi la produzione Pirelli di pneumatici in Brasile per auto, moto, veicoli commerciali leggeri e mezzi pesanti si attesta su circa 18 milioni di unità all'anno: oltre che al mercato locale e ai numerosi costruttori che hanno stabilimenti nel Paese (come Stellantis, Renault e General Motors), le coperture sono destinate alle esportazioni e tra le destinazioni figurano anche gli Stati Uniti. La domanda di pneumatici Pirelli negli Usa è prevalentemente coperta da gomme prodotte in Messico, ma una quota minore, legata anche all'attività sportiva, deriva proprio dalle attività brasiliane. Quest'ultime, almeno finché Trump non tornerà sui propri passi, sono gravate dal dazio del 50% recentemente imposto; per far fronte a questa situazione, Pirelli ha previsto di accrescere la propria capacità produttiva negli Usa, dove possiede uno stabilimento a Rome (in Georgia), caratterizzato da processi produttivi altamente automatizzati.

brembo

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Conosciuta in tutto il mondo per i suoi sistemi frenanti ad alte prestazioni, l'azienda bergamasca dispone di una sede a Betim, nello Stato di Minas Gerais, dove anche la Fiat produce da molto tempo vetture per i Paesi sudamericani (e non solo). In Brasile, Brembo produce dischi freno e altri componenti destinati prevalentemente al mercato locale, ma una parte dei quali risulta esportata verso gli Stati Uniti, dove sono soggetti alla nuova imposizione doganale voluta da Trump.

marelli

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L'azienda ormai parzialmente italiana, di recente passata nelle mani dei creditori per le difficoltà finanziarie che ha attraversato, è presente dal 1978 in Brasile, dove nel 2015 ha avviato una joint-venture con il colosso francese della componentistica Faurecia per la produzione di parti come plance, console, pannelli porta, destinate all'assemblaggio di veicoli dell'allora Fca (oggi Stellantis). All'epoca Marelli contava nel Paese sudamericano 16 stabilimenti, 5 centri ricerca e sviluppo e 9.000 dipendenti. Al 2023 risale invece l'apertura di un nuovo centro di distribuzione di prodotti aftermarket a Varginha, nello Stato di Minas Gerais, un'area caratterizzata da una forte presenza di aziende automotive. Dal Brasile, Marelli esporta componenti in molti Paesi del Sud e del Centro America come Perù, Colombia, Ecuador e Argentina, ma una piccola parte delle spedizioni degli ultimi anni risulta destinata agli Stati Uniti e, in particolare, ai porti di Newark (New Jersey), Charleston (South Carolina), Houston (Texas) e Los Angeles (California). Quanto ai prodotti, si tratta perlopiù di ammortizzatori, elementi delle sospensioni e parti di plastica o metalliche delle carrozzerie.

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