Ecco cosa si nasconde dietro la massima potenza di un colpo
Daniela Cursi Masella
28 marzo - 15:59 - MILANO
Quando pensiamo al karate, è facile tornare con la mente a Karate Kid, film cult degli anni ’80 che ha fatto sognare generazioni. Daniel LaRusso, un ragazzo timido e inesperto, trova nel maestro Miyagi una guida non solo per imparare a combattere, ma per affrontare la vita. Dando la cera e togliendo la cera, scopre che il vero karate non è fatto solo di tecniche di combattimento, ma di disciplina, rispetto e autocontrollo.
10 insegnamenti di vita del karate
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Il karate va oltre la difesa personale. È un cammino di crescita interiore, dove ogni allenamento diventa una metafora della vita stessa. Ecco i principi fondamentali che emergono da questa disciplina:
- Rispetto – Per il maestro, per gli avversari, per se stessi. Disciplina – Senza costanza, non c’è progresso.
- Pazienza – Ogni tecnica richiede tempo per essere padroneggiata.
- Perseveranza – Le difficoltà si superano con la pratica e la determinazione.
- Autocontrollo – Saper gestire la propria forza, fisica ed emotiva.
- Consapevolezza – Conoscere sé stessi e i propri limiti.
- Determinazione – Non arrendersi di fronte agli ostacoli.
- Umiltà – C’è sempre qualcosa da imparare, indipendentemente dal livello raggiunto.
- Miglioramento continuo – L’obiettivo non è vincere, ma crescere ogni giorno.
- Armonia interiore – Il karate non è solo forza, ma equilibrio tra mente e corpo.
la vera forza nell'autocontrollo
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Un aneddoto perfetto per rappresentare l'autocontrollo e l'armonia interiore nel karate è legato alla tecnica del “gyaku zuki”, il pugno inverso, una delle tecniche più potenti e precise.Si racconta che un giovane praticante si lamentasse con il maestro perché, nonostante la forza che metteva nel colpo, non riusciva a eseguire un gyaku zuki efficace. Il suo pugno era potente, ma spesso sbilanciato, impreciso, e gli faceva perdere l’equilibrio. Il maestro lo osservò in silenzio, poi gli chiese di eseguire la tecnica con calma, senza fretta, sentendo ogni movimento del proprio corpo. Dopo numerosi tentativi, il giovane iniziò a comprendere: non era questione di forza, ma di controllo. Il gyaku zuki richiede equilibrio tra tensione e rilassamento, una perfetta coordinazione tra corpo e mente. Solo chi è in armonia con sé stesso può trasferire la massima potenza nel colpo senza disperdere energia o perdere la stabilità. La vera forza non viene dall’aggressività, ma dall’autocontrollo e dalla consapevolezza del proprio corpo. Se il praticante si lascia sopraffare dalla frustrazione o dalla fretta, il colpo perde efficacia. Ma se trova il giusto equilibrio, la tecnica diventa devastante e perfetta.
il karate secondo il campione olimpico Luigi Busà
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Chi pratica karate scopre che il vero combattimento non è contro gli altri, ma contro le proprie paure e insicurezze. E la vera vittoria non è battere un avversario, ma diventare una versione migliore di sé stessi. Luigi Busà, campione olimpico a Tokyo 2020 ha spesso consegnato al tatami il merito di averlo salvato psicologicamente dal bullismo, rendendolo fiero delle sue cicatrici e cosciente del fatto che dietro ogni fragilità ci sia la perfezione. "Il karate - ha testimoniato il campione - è come la vita e nella vita ciò che più conta è saper mantenere il giusto equilibrio. Quando sei al top non devi sentirti un dio e quando sei in difficoltà non devi pensare di essere un fallito. Il karate fornisce gli strumenti giusti per affrontare le difficoltà in modo saggio".