Mohammad Hannoun, l'architetto giordano arrestato a Genova nell'ambito dell'operazione Domino perché accusato di finanziare Hamas "è stato molto lucido e preciso nel ricostruire tutti i passaggi dei finanziamenti e da domani cominceremo a studiarli. Ha sempre operato in maniera tracciabile e sempre con associazioni registrate, molte delle quali anche in Israele". E' durato un paio d'ore il colloquio tra i difensori di Hannoun Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo nel carcere di Genova Marassi, dove Hannoun è detenuto da 48 ore.
Domani, martedì 30 dicembre, giorno in cui si terrà l'interrogatorio di garanzia, Hannoun "chiarirà alcuni passaggi con la gip attraverso una dichiarazione spontanea ma su nostro consiglio - hanno detto gli avvocati - non si sottoporrà a interrogatorio anche perché ancora non abbiamo ricevuto tutti gli atti depositati". Hannoun ha anche parlato con i suoi legali dell'accusa mossa contro di lui dagli inquirenti ovvero che stesse fuggendo in Turchia. "Hannoun in Turchia va costantemente per le attività di beneficienza e ci ha precisato che dal 7 ottobre 2023 non aveva più possibilità di operare dall'Italia". Per gli avvocati, in vista del Riesame, un nodo da sciogliere è la natura e l'utilizzabilità dei documenti forniti da Israele e utilizzati dai pm genovesi per dire che le associazioni destinatarie dei finanziamenti sono in realtà in mano ad Hamas. Si tratta di materiale sequestrato o formato "sul campo di battaglia - spiegano i legali - e non sappiamo con quali modalità e quali garanzie procedurali o processuali da cui vengono ricavate una serie di informative che per noi sono atti di indagine da parte di una polizia estera e non di un'autorità giudiziaria, la cui natura sarà oggetto di studio nelle prossime settimane".
Colloquio in carcere a Sollicciano col suo avvocato difensore, oggi, anche per Rahed al Salahat. "Risponderemo alle domande e chiederò la scarcerazione - ha detto l'avvocato Samuele Zucchini - Intanto oggi ci siamo chiariti su vari aspetti. L'ho trovato molto tranquillo, ha spiegato che lui si occupa a Firenze e in Toscana, come dipendente dell'associazione, della raccolta di fondi da destinare all'acquisto di medicinali, cibo e acqua e al sostentamento dei malati a Gaza". Col difensore al Salahat avrebbe ammesso di conoscere alcuni degli indagati dell'inchiesta, oltre ad Hannoun lavorando per la stessa associazione. E mentre Genova e Firenze sono in attesa dell'interrogatorio di garanzia a Roma è stata perquisita la sede dell'associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese nel quartiere Centocelle. Sequestrati poco più di 100mila euro. Intanto comincia a emergere la rete di solidarietà attorno all'indagato: il Coordinamento dei Giuristi e Avvocati per la Palestina (Gav) ha espresso "sconcerto per la grancassa mediatica alimentata da alcune testate dell'area della destra politica e culturale". Il Gav ribadisce "la massima fiducia nell'operato della magistratura italiana e il pieno rispetto delle sue prerogative costituzionali. Il ricorso a fonti israeliane per dichiarare l'appartenenza ad Hamas di determinate organizzazioni umanitarie non può essere ritenuto decisivo per la scarsa attendibilità di tali fonti, in quanto provenienti da Stato uso alla manipolazione politica della giustizia oltre che sotto accusa per genocidio e altri gravi crimini internazionali".
Anche Il Coordinamento Torino per Gaza denuncia quello che definisce un "attacco repressivo" del movimento ProPal. La politica è ancora in fibrillazione: Silvia Salis, sindaca di Genova, parla apertamente di querele. "Non sono mai andata in piazza con altri sindaci ad ascoltare Hannoun. Il 17 settembre abbiamo partecipato per pochi minuti a una delle tante iniziative di Music for Peace, senza alcun contatto con Hannoun, né allora né in altre occasioni - ha scritto -. Querelerò chi diffonde notizie inventate e chiedo agli altri sindaci di seguirmi". Ma, aggiunge Salis "non prenderò mai alcuna distanza da uno straordinario movimento di solidarietà per la popolazione palestinese nato a Genova e del quale sono profondamente orgogliosa". Attacca anche Avs: "Non abbiamo nulla di cui scusarci. Quereleremo chiunque continui a diffondere menzogne e ad accostarci ad Hamas" scrive Marco Grimaldi. Fratelli d'Italia non ci sente: "la partecipazione di molti sindaci ed esponenti di sinistra a quelle manifestazioni di solidarietà - dice il senatore fiorentino di FdI Paolo Marcheschi -, che si stanno invece rivelando vere e proprie raccolte fondi non a favore dei bambini di Gaza ma degli assassini che fiancheggiano Hamas, non può passare inosservata". Intanto, mercoledì 14 gennaio alle 17.30 alla Camera si terrà una informativa del governo sul caso Hannoun. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
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