Tempi supplementari per la Cop29 di
Baku, che doveva finire ieri, ma è stata prolungata almeno fino
a oggi. Ieri non è stato possibile raggiungere un accordo sul
dossier principale della conferenza, il nuovo fondo per gli
aiuti sul clima ai paesi in via di sviluppo. Nella notte sono
proseguiti i negoziati, e stamani è prevista una nuova assemblea
plenaria.
Secondo ambienti diplomatici, questa mattina i Paesi
sviluppati potrebbero aumentare la loro offerta fino a 300
miliardi all'anno e provare a chiudere. L'Italia tratta
all'interno della delegazione della Ue, guidata dal commissario
all'Energia Wopke Hoekstra, ed è rappresentata dal ministro
dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.
Dopo due settimane di negoziati, soltanto nel pomeriggio
dell'ultimo giorno la presidenza azera ha diffuso una proposta
di mediazione: 250 miliardi di dollari all'anno di aiuti al
2035, partendo dal 2025 con i 100 miliardi all'anno dell'attuale
fondo dell'Accordo di Parigi. I soldi verrebbero da tutte le
fonti possibili, pubbliche e private.
La proposta non è piaciuta, però, ai Paesi emergenti e in via
di sviluppo di G77+Cina, che l'hanno giudicata insufficiente.
Come ha spiegato ieri sera la ministra brasiliana dell'Ambiente
Marina, Silva, questi Paesi chiedono 1.300 miliardi di dollari
all'anno, prevalentemente in contributi pubblici a fondo
perduto, e sostengono che non si possa scendere sotto 300
miliardi all'anno al 2030 e 390 al 2035.
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