Giornalisti e politici al sit-in per la libertà di stampa, chiude Ranucci

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La manifestazione indetta dal M5s a piazza Santi Apostoli per la libertà di stampa dopo l'attentato sotto casa del giornalista Sigfrido Ranucci vedrà alternarsi dal paco diversi interventi, misti in streaming e presenza, di giornalisti, politici e esponenti della società civile: da Milena Gabbanelli a Marco Travaglio, da Francesco Cancellato a Riccardo Iacona, da Lirio Abbate a Federico Cafiero De Raho a Roberto Scarpinato. Stando alla scaletta ufficiale dell'evento, gli ultimi due interventi, in ordine, saranno di Andrea Scanzi e Sigfrido Ranucci.  Aprirà gli interventi il leader del M5s Giuseppe Conte.

Magi, in piazza perchè la stampa è un bene primario
"Quando accade una cosa grave, gravissima come quella che è accaduta a Sigfrido Ranucci, penso che ci debba essere una reazione forte, compatta, possibilmente trasversale tra le forze politiche per dire che questa cosa è da condannare e da respingere. Ma c'è anche un tema di democrazia nel nostro paese: lo vedo da provvedimenti come il decreto sicurezza, lo vedo dal fatto che le forze politiche stanno cucinando una legge elettorale con la quale i cittadini italiani decideranno ancora meno di quanto decidono adesso e quindi andranno a votare ancora in meno di quanto vanno adesso.
Penso che quando si tocca la vita dei giornalisti, si tocca un bene primario per la democrazia". Lo ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi parlando con i giornalisti a Piazza Santi Apostoli a margine della manifestazione in solidarietà a Sigfrido Ranucci dopo l'attentato. "Poi c'è un altro tema rispetto al tema stampa e democrazia: abbiamo una presidente del Consiglio che non risponde ai giornalisti. Poi però si sceglie sistematicamente i collaboratori dei quotidiani con cui far uscire elegie sulla legge di bilancio, tanto che non un quotidiano di comunisti, ma il quotidiano di Confindustria dichiara uno sciopero per questo motivo", ha concluso Magi.

Travaglio, 'isolamento giornalisti non da politica ma da stampa'
"L'attentato era contro Sigfrido, dopo poche ore sembrava riguardasse tutto il giornalismo o una parte politica. Questo è un delitto che ha una vittima sicura, ed è Report e Sigfrido. Non sappiamo chi siano gli autori, possiamo immaginarci il movente e a quante persone ha pestato i piedi, credo il movente siano le domande indiscrete e le notizie proibite. Questo è un bene precisarlo perché l'isolamento dei giornalisti non viene dalla politica, quando il politico malsopporta il giornalista per lui è una medaglia". Lo ha detto Marco Travaglio nel corso del suo intervento alla manifestazione per la libertà di stampa lanciata dal M5S in piazza Santi Apostoli, a Roma. "Quello che è preoccupante non è quando arriva dai potenti, l'isolamento, ma dai colleghi, penso ad Assange - ha aggiunto -. Solamente perché faceva il mestiere nostro meglio di noi. E alla fine ha dovuto confessare un reato che non aveva commesso". Per Travaglio "il problema non è più la censura, ma l'autocensura, quando fu cacciato Santoro dalla Rai non c'è nessuno che abbia fatto un minuto di sciopero. Se viene cacciato un giornalista famoso che difesa potrà avere il giornalista locale che si mette contro il sindaco, l'imprenditore locale. Noi nei confronti di Report ne abbiamo visto tanto di isolamento", come "quando si trattava un tema come gli effetti collaterali dei vaccini e allora Report fu considerato No Vax". "L'isolamento - ha dichiarato - lo creiamo noi colleghi aiutando la gente a considerare Ranucci e la squadra non come da premiare ma come strani, malati, che fanno il contrario del loro mestiere. Ma il loro mestiere è quello che fa Report". Travaglio ha rilanciato la necessità di ritirare le querele nei confronti di Ranucci e di leggi più tutelanti nei confronti dei giornalisti. "Non ci dev'essere l'immunità per i giornalisti - ha concluso - ma nemmeno per i politici", che "querelano quando si scrive di loro" ma poi "diffamano" i giornalisti.   

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