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Una retinopatia ha tolto la vista all'atleta azzurra, non la forza di vivere. Così si è buttata nell'acqua clorata, uscendone più forte: fra i Giochi Paralimpici di Tokyo e Parigi ha vinto dieci medaglie
Giulia Arturi
23 novembre - 00:18 - MILANO
Il potere contagioso della condivisione. È il sentimento più vivido che rimane impresso dopo un incontro con Carlotta Gilli, 23 anni, nuotatrice, che ai Giochi Paralimpici di Parigi ha vinto cinque strepitose medaglie, di cui due d’oro: un bis dei cinque podi a Tokyo 2021. Condivisione con la famiglia, gli amici, gli avversari. E con i piccoli tifosi che sfruttano ogni momento, tra uno scatto e l’altro, nella sua piscina della Rari Nantes Torino, per chiederle un autografo. Carlotta racchiude in sé il candore dei valori che la vita e lo sport le hanno insegnato, e la fortissima determinazione di un’atleta vincente. All’età di 6 anni le viene diagnosticata la malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa, che gradualmente le ha fatto perdere la vista dai dieci decimi all’attuale un decimo. La vita può deviare, ma Carlotta ha proseguito dritta verso il suo sogno. Un fenomeno versatile: dieci record del mondo, sei in vasca lunga, quattro in vasca corta, (se ve lo state chiedendo, impossibile fare una classifica), distanze e stili diversi (sì, in questo caso sì, i preferiti sono i 100 farfalla e i 200 misti). Carlotta è un esempio di autenticità, capace di restituire al mondo sportivo e sociale il modello del suo percorso di vita.