Gasp, la Roma e il potere di spostare l'orizzonte. E se gli danno un centravanti da copertina...

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 AS Roma coach Gian Piero Gasperini celebrates the victory after the Serie A match between Pisa SC and AS Roma at Arena Garibaldi on August 30, 2025 in Pisa, Italy. (Photo by Fabio Rossi/AS Roma via Getty Images)

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Il tecnico giallorosso manda in pensione il calcio delle lunghe attese e del "dateci tempo": la sua conoscenza del calcio ha portato un gruppo di talento ma con qualche lacuna a lottare subito per la vetta

Alessandro Vocalelli

1 novembre - 10:58 - MILANO

C’era una volta il calcio delle lunghe attese, dei calciatori in anticamera, dei moduli da preparare con cura, del “dateci un po’ di tempo e i risultati arriveranno”. E poi c’è Gasperini che, sovvertendo tutti i luoghi comuni, ha portato la Roma in testa alla classifica dopo nove giornate. Lui che, per definizione, veniva rappresentato con il computer in campo, nel senso che per arrivare al risultato finale bisognava mettere dentro un’infinità di numeri e dati. Una preparazione lunghissima. Perché il calcio — dicono quelli che vogliono farla difficile — è una scienza. Invece, no. Il calcio è conoscenza e — mettendo insieme esperienza e qualità — Gasperini è riuscito in tre mesi a modellare una squadra che non perdesse l’equilibrio e la solidità di Ranieri, aggiungendo però tanti altri valori: forza, aggressione, il campo una ragnatela fittissima, per impedire le linee di passaggio ai difensori rivali e immaginare un calcio autorevole. È con questo spirito, prima ancora che con questa classifica, che la Roma si è messa a braccetto col Napoli — lì, in vetta — e si appresta ad affrontare un esame importante in casa del Milan. Alzi la mano chi immaginava che al primo quarto di campionato i giallorossi potessero andare a San Siro con queste ambizioni e soprattutto portandosi dietro quella domanda che in tanti cominciano a farsi: Ma non è che la Roma può davvero lottare per….?

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