Furto al Louvre, arrestati due sospetti. Stavano scappando in Africa

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In manette due ladri della Seine-Saint-Denis, sospettati del colpo ai danni del museo. Si indaga su una rete criminale organizzata

Giacomo Martiradonna

26 ottobre 2025 (modifica alle 12:55) - MILANO

Sono due gli uomini in stato di fermo posti in custodia cautelare per il furto dei gioielli avvenuto il 18 ottobre nel museo parigino del Louvre. Secondo quanto riportato da Le Parisien, uno dei sospetti è stato bloccato all'aeroporto Charles-de-Gaulle mentre tentava di imbarcarsi su un volo diretto in Algeria; l'altro invece sarebbe stato arrestato poco dopo, mentre cercava di raggiungere il Mali. Entrambi originari della Seine-Saint-Denis, sono ora indagati per furto aggravato e associazione a delinquere. Gli inquirenti stanno tentando di acclarare se i due abbiano agito da soli o su commissione.

Furto al Louvre, La dinamica del colpo

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Stando alle ricostruzioni, la notte del 18 ottobre un commando composto da quattro uomini ha raggiunto il Louvre a bordo di un camion, con indosso dei gilet gialli e caschi da moto per confondersi con il personale tecnico. Dopo aver forzato una finestra della Galerie d'Apollon, i ladri sono riusciti a introdursi nel museo e, nel giro di sette minuti, ad aprire le teche con troncatrici industriali. Il bottino comprendeva preziosi di valore storico inestimabile, tra cui la corona dell'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, poi persa durante la fuga.

come si è giunto all'arresto

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Sono risultati determinanti per l'indagine alcuni oggetti abbandonati dai ladri nel corso della fuga. Un casco da moto, una fiamma ossidrica, un gilet giallo, un walkie-talkie, una coperta e una tanica di benzina. Gli inquirenti ritengono che il piano iniziale fosse di dare fuoco al montacarichi usato per entrare, nel tentativo di cancellare ogni traccia, ma senza successo. Sul posto, la scientifica ha effettuato circa 150 prelievi di Dna e, secondo una fonte citata da Il Messaggero, sarebbero stati proprio questi riscontri genetici a permettere di risalire all'identità dei sospettati. Il museo, rimasto chiuso per tre giorni, ha poi riaperto al pubblico dopo le verifiche di sicurezza.

valore storico del Bottino

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Il colpo è stato realizzato in tempi record e ha fruttato ai ladri un bottino stimato in 88 milioni di euro. Il danno più grave, tuttavia, è di natura culturale: "Una somma estremamente spettacolare, ma nulla di comparabile al danno storico", aveva spiegato la procuratrice di Parigi Laure Beccuau. "Sarebbe stata una pessima idea fondere i gioielli", ha chiosato la magistrata. Gli investigatori non escludono la presenza di un quinto uomo, forse legato al personale interno del museo, che potrebbe aver fornito informazioni cruciali alla riuscita dell'eclatante colpo.

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