Francia, "tsunami bianco" di cocaina. Il ministro Retailleau: "Minaccia esistenziale"

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Si stima che siano oltre 200 mila le persone coinvolte nella rete di distribuzione al dettaglio

Giacomo Martiradonna

4 agosto - 13:55 - MILANO

Uno "tsunami bianco" si è abbattuto sulla Francia. È la metafora scelta dal ministro dell'Interno Bruno Retailleau per descrivere la portata dell'emergenza cocaina ed ecstasy, illustrata in un rapporto riservato dell'Ufficio antidroga (Ofast). Il documento, visionato da Le Monde, disegna una panoramica inquietante in cui la Francia è oggi uno dei Paesi europei più colpiti dal narcotraffico, crocevia dei tradizionali canali marittimi, ma anche dei corridoi stradali dai Balcani e dall'Asia centrale. "Una vera e propria minaccia esistenziale per il nostro Paese", l'ha definita Retailleau.

cocaina, Aumento del consumo in Francia

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Secondo i dati dell’Office français des drogues et des tendances addictives (OFDT), nel 2023 circa 3,7 milioni di adulti in Francia hanno sperimentato la cocaina almeno una volta nella vita, mentre 1,1 milioni risultano essere consumatori abituali, cioè almeno una volta all’anno. L’aumento del consumo è legato a un insieme di fattori: migliaia di chilometri di coste, l'aeroporto Paris-Charles de Gaulle, uno dei più grandi d'Europa, ma anche un'offerta sempre più abbondante e una domanda che non accenna a diminuire.

La produzione mondiale di cocaina ha raggiunto nel 2024 livelli record, sfiorando le 4.000 tonnellate: la Colombia da sola ha prodotto 2.700 tonnellate, con un incremento del 53% rispetto al 2022, seguita dal Perù con circa 900 tonnellate. "Il record dei sequestri testimonia la grande disponibilità di sostanze stupefacenti sul nostro territorio, il che comporta una minaccia crescente", ha commentato a caldo Christian de Rocquigny, vicedirettore dell'Ofast. Una sfida che oramai si è fatta "asimmetrica" per magistratura e forze dell'ordine, oberate dalla pressione delle reti criminali.

droga in francia, il rapporto confidenziale

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Il rapporto riservato del ministero dell'Interno, citato da Le Monde, stima che siano più di 200 mila le persone coinvolte nel commercio al dettaglio, coordinate da circa 5.000 capibanda e un centinaio di grandi importatori, per lo più dal Sudamerica. Il fenomeno ha dato vita a una vera e propria "controcultura dei trafficanti" che sempre più si mostrano pubblicamente. Solo l'anno scorso la "conferenza stampa" della DZ Mafia del 6 ottobre 2024: con i volti coperti e il nome dell'organizzazione esibito in primo piano, i membri del gruppo comparvero online per prendere le distanze da due omicidi che avevano sconvolto Marsiglia. "Abbiamo abbastanza uomini, veicoli e armi per agire, se fossimo obbligati", avevano dichiarato con voce alterata digitalmente. Il gruppo aveva negato poi ogni coinvolgimento nei delitti, tra cui l'assassinio "con una modalità di inedita barbarie" di un quindicenne e di un padre di famiglia autista Uber.

Narcotraffico in espansione

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Dietro la vastità della rete emerge l'aspetto creativo dei metodi di occultamento scelti dai narcotrafficanti. La cocaina viaggia nascosta in protesi, finte pance da gravidanza, statuette sacre, impianti mammari e glutei, abiti impregnati di cocaina liquida. A queste si aggiungono tecniche perfino più sofisticate come la dissimulazione chimica, che consente di sciogliere la cocaina in solventi mescolati a shampoo o creme, per poi essere recuperata nei laboratori clandestini. Una lotta impari, in cui l'efficienza e l'inventiva delle reti criminali sembra superare di gran lunga le capacità di contrasto e le risorse delle autorità. 

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