Fiorentina, Pioli ha dubbi in ogni reparto: pronti Piccoli, Nicolussi e Marì

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Dzeko, Fagioli e Comuzzo: partenza flop. Il tecnico studia soluzioni alternative

Francesco Velluzzi

Giornalista

17 settembre - 09:43 - MILANO

Sei personaggi in cerca di... Senza voler scomodare il capolavoro di Luigi Pirandello, proviamo a riassumere le vicende calcistiche di sei giocatori della Fiorentina che in questo momento sono particolarmente discussi. Tre in negativo, gli altri tre in positivo. 

In crisi

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Dopo tre deludenti giornate di campionato e un rischioso ritorno del playoff di Conference League sono “rimandati” Pietro Comuzzo, Nicolò Fagioli ed Edin Dzeko. Le prestazioni del giovane difensore, del talentuoso centrocampista e dell’esperto trentanovenne attaccante bosniaco non sono state all’altezza. Colpisce la metamorfosi di Comuzzo, 20 anni, che lo scorso anno ha messo insieme 44 gettoni (33 in A) tra campionato, Coppa Italia e Conference League. Un’esplosione in piena regola per il friulano di Tavagnacco che a gennaio ha visto irrompere il Napoli che offriva più di 30 milioni. Rifiutati dal sentimentale presidente Rocco Commisso che lo ha tenuto blindato al Viola Park. In estate, a fine mercato, si è fatto sotto l’Al Hilal affidato a Simone Inzaghi. Un’altra mega offerta e vari ammiccamenti di altri club, non del tutto realistici, ma più strombazzati, tali comunque da far girare la testa al soldato Comuzzo. Che è andato un po’ in confusione commettendo errori da matita rossa in più di un’occasione. Ma l’allenatore Stefano Pioli non gli ha mai fatto mancare la fiducia e ha pensato che farlo continuare a giocare fosse la soluzione migliore. E così, Comuzzone è sempre stato schierato dall’inizio. La regia, invece, è stata messa nella testa di Fagioli, anche lui titolare tranne che all’Olimpico Grande Torino dove è entrato dopo l’intervallo per Sohm. Su Fagioli la Fiorentina ha investito pesantemente usando tutta la sensibilità necessaria per un ragazzo che la Juventus ha scaricato. Ma finora Nicolò non ha convinto. Non ha preso in mano la bacchetta del regista abbassandosi sempre troppo e faticando a trovare la giocata in verticale anche se l’intuizione spesso ce l’ha."È un costruttore di gioco", ha detto Pioli. Vero. Ma non un regista puro. Da mezzala probabilmente può rendere di più. Diverso il discorso che riguarda Dzeko, che a metà marzo compirà 40 anni. Osservando lo straordinario curriculum, si è pensato che Edin potesse incidere come alla Roma, all’Inter e in Turchia. Invece il calcio attuale, che punta tanto su corsa sfrenata e fisicità, lo penalizza. Lo si è visto sabato contro il Napoli in cui è partito dal via. Scelta che Pioli ha rinnegato togliendolo dopo 45’. È palese che il bosniaco, mattatore nell’ultima tornata in Nazionale, possa dare tanto, ma in determinate situazioni e posizionato più dentro l’area dove vige la sua legge.

In ascesa

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L’ambiente, dopo due pareggi e una sconfitta, chiede una scossa. E così in difesa torna d’attualità lo spagnolo Pablo Marì, fedelissimo di Raffaele Palladino, ma stimato anche dopo le sue dimissioni. Marì gioca al centro della difesa e questo comporterebbe il ritorno da braccetto di destra di Marin Pongracic che, però, è l’unico capace di impostare dal basso. Col Como la sentenza. Così come è richiesto a gran voce l’inserimento in cabina di regia di Hans Nicolussi Caviglia, che è entrato bene col Napoli. Ma qui pochi dubbi. A Pioli piace tanto, è solo una questione di tempo. In attacco Roberto Piccoli, l’investimento più grosso del mercato (27 milioni), dà sicuramente qualcosa in più a livello di progressione, forza fisica, potenza e presenza anche se deve aggiustare la mira. Ma c’è chi vedrebbe anche la soluzione Fazzini. Con Jacopo accanto o dietro Moise. Il fatto che sia un accanito tifoso viola lo mette in pole position.

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