Due italiani a Parigi

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Musetti è la bellezza della nostra arte, Sinner martella come nell’antico Carosello della Plasmon

Luigi Garlando

Giornalista

5 giugno - 07:10 - MILANO

“Un americano a Parigi”? Gran film, ma due italiani a Parigi è meglio. Lorenzo Musetti e Jannik Sinner in semifinale al Roland Garros. Mamma mia… Per ritrovare un orgoglio del genere bisogna rinculare quasi fino al musical con Gene Kelly (1951). Nel 1960: Orlando Sirola e Nicola Pietrangeli che vinse il torneo. Nel 1976 il trionfo di Panatta, ma poi, negli anni, ci siamo abituati a seguire il torneo parigino come il Super Bowl: un evento spettacolare che non ci riguarda. E invece ora possiamo vincere, abbiamo il numero 1 del mondo. 

Musetti è la bellezza della nostra arte. Quando carica il dritto, disegna il cerchio di Giotto, il rovescio è a una mano perché non si impugna un pennello con due. Sinner martella come nell’antico Carosello della Plasmon, ha la forza mentale dei nostri pensatori. Se si concentra, piega le racchette. Lorenzo ha fatto il salto di maturità da padre. A riunire le modelle attribuite a Jannik, finto nerd, si compila un calendario Pirelli. Quando Musetti ha spiegato: "Siamo italiani, siamo eleganti", qualche francese ha fischiato. Sciovinisti come sono, rosicano, è chiaro. Aspettano dall’83 (Noah) e, a vedere due italiani così vicini alla coppa, "le palline un po’ gli girano", canterebbe Paolo Conte. In omaggio alla “grandeur”, Dembélé ha portato al Roland Garros la Champions appena vinta. Il Presidente Macron, dopo la cinquina beccata dalla moglie, ha celebrato quella del Psg. Ecco. Se i nostri ragazzi si ritroveranno in finale, che ne dice, caro Presidente Mattarella, di seguirli in tribuna con la passione di un Pertini nell’82? Ma anche se ne arriva uno solo…

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