Ducati celebra il dominio MotoGP 2025 ma guarda già oltre

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Un 2025 che entra nella storia: Ducati festeggia un dominio totale in MotoGP tra numeri record, uomini chiave, equilibri interni delicati e scelte che guardano già al 2027

Riccardo Piergentili

23 dicembre - 16:43 - BORGO PANIGALE (BO)

Nella casa madre Ducati, Campioni in Festa non è stato soltanto un evento celebrativo. È stato piuttosto il punto di arrivo di una stagione che ha ridefinito i rapporti di forza in MotoGP e, allo stesso tempo, l’inizio di una fase nuova, più complessa, perché vincere tutto non semplifica il futuro: lo rende più delicato. Il 2025 è stato un anno storico. Tutti i titoli MotoGP sono finiti a Borgo Panigale: mondiale Piloti, mondiale Team per il quarto anno consecutivo, mondiale Costruttori per il sesto di fila, miglior Team Indipendente e Rookie of the Year. In classifica generale, Ducati ha occupato la prima e la seconda posizione, piazzando sei moto nelle prime otto. Un dominio che non è stato episodico, ma strutturale. I numeri raccontano una supremazia senza precedenti: 17 vittorie nei Gran Premi, 19 successi nelle Sprint, 44 podi la domenica, sei piloti diversi saliti sul podio e sette podi completamente Ducati. A impressionare più di tutto, però, è il dato che attraversa le stagioni: 88 podi consecutivi, da Aragon 2020 a Valencia 2025. Un record assoluto nella storia della MotoGP. Il tutto vale la terza Triple Crown MotoGP per Ducati, dopo quelle del 2007 e del 2022. Campioni in Festa nasce per celebrare questo percorso, ma anche per restituire il senso di una filiera che parte dagli uffici tecnici e arriva alle piste di tutto il mondo. Non a caso, l’evento è stato dedicato prima di tutto ai dipendenti Ducati, trasformando lo stabilimento di Borgo Panigale in una vera e propria piazza della Velocità. Il momento più emozionante arriva quando le moto entrano in fabbrica. Le Desmosedici GP di Marc Marquez, Bagnaia, Alex Márquez, Fermin Aldeguer e Fabio Di Giannantonio. La Panigale V4R Superbike di Bulega. Le Desmo MX di Cairoli, Seewer e Lupino. Un giro d’onore attorno allo stabilimento, tra applausi e sorrisi. Per qualche minuto Borgo Panigale smette di essere solo una fabbrica e diventa un circuito. Il filo rosso che parte da lì e arriva in tutto il mondo è visibile, concreto.

1 Il futuro pesa più del presente

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Come ha ricordato Gigi Dall’Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, quando si vince bisogna festeggiare. Ma è altrettanto vero che il presente è certo, mentre il futuro resta da scrivere. E mai come oggi, per Ducati, il futuro è un terreno complesso. Il tema centrale riguarda Marc Marquez. Il campione spagnolo arriva a fine 2025 da dominatore assoluto: 11 vittorie, sette successi consecutivi e un ruolo di riferimento tecnico e sportivo all’interno del progetto. La sua posizione contrattuale è di forza, non solo per i risultati ottenuti, ma per ciò che rappresenta in prospettiva. Con il cambio regolamentare del 2027 alle porte, la trattativa non potrà limitarsi alla durata o all’ingaggio. Il vero nodo sarà il progetto tecnico, la visione sul medio periodo e la capacità di Ducati di garantire continuità di competitività anche in una fase di profondo cambiamento. Storicamente, i cambi di regolamento hanno rimescolato le carte. Marquez lo sa bene e non è un mistero che, in questi momenti, i grandi campioni guardino oltre l’immediato. Ducati dovrà quindi giocare a carte scoperte, condividendo idee, direzioni e ambizioni sul progetto 2027. Diversa, e più delicata, è la posizione di Francesco Bagnaia. Il pilota piemontese arriva da un finale di stagione complicato, segnato da difficoltà di feeling più che da limiti di velocità pura. In un contesto in cui cresce Fermin Aldeguer e in cui Marquez è tornato il punto di riferimento, Pecco è chiamato a ritrovare certezze e continuità. Non tanto per dimostrare la propria velocità, mai realmente in discussione, quanto per ristabilire un equilibrio mentale e tecnico che nel 2025 si è incrinato.

2 Dall’Igna, Tardozzi e gli equilibri interni

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Durante Campioni in Festa, anche i dettagli hanno parlato. Davide Tardozzi, attuale Team Manager del Ducati Lenovo Team, è salito sul palco, mentre la scena era occupata da Dall’Igna e Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. Giulio Fabbri, Responsabile della Comunicazione di Ducati Motor Holding, ha scherzato assicurando che tra Gigi e Davide fosse tutto a posto. Non è un mistero che Dall’Igna e Tardozzi abbiano approcci diversi alla gestione sportiva, così come non è un segreto che a Borgo Panigale Gino Borsoi goda di grande considerazione. Allo stesso tempo, Michele Pirro è alla ricerca di uno spazio sempre più definito all’interno della struttura. Ducati vince, ma è una macchina complessa, fatta di equilibri sottili, visioni differenti e ambizioni personali. Il 2026, in questo senso, si preannuncia infuocato non solo in pista, ma anche nella gestione interna. Lo stesso discorso vale per il progetto Motocross. Il Dream Team di collaudo formato da Lupino e Cairoli, affiancato da Paolo Ciabatti, General Manager Ducati Corse Off-Road, e dal pilota ufficiale Jeremy Seewer, è chiamato ora a compiere un salto di qualità decisivo. La base tecnica è solida e il potenziale non manca, ma per affrontare con maggiore efficacia le piste più fangose e stabilizzarsi stabilmente nelle posizioni di vertice servirà un motore capace di offrire più coppia ai medi regimi.

3 Marc Marquez: la ricostruzione di un campione

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Il 2025 di Marc Marquez non è semplicemente un ritorno alla vittoria. È la chiusura di un percorso lungo, faticoso e spesso doloroso. Il primo snodo decisivo arriva nel 2023, dopo il GP del Giappone, quando viene presa la scelta più difficile: lasciare Honda, la squadra che aveva dato tutto, per ripartire da Gresini. Una decisione maturata tardi, a quattro gare dalla fine della stagione, resa possibile solo dalla fiducia di Nadia Padovani. Il secondo passaggio chiave è la quarta operazione al braccio. Un intervento non necessario per la vita quotidiana, ma indispensabile per tornare a guidare una MotoGP al limite. Un rischio calcolato, affrontato con la consapevolezza che senza quel passo la carriera sarebbe rimasta sospesa, incompiuta. Ducati è stata la conseguenza naturale di questo percorso. Non un colpo di fortuna, ma il risultato di pazienza, lavoro e della capacità di accettare giornate in cui si andava indietro invece che avanti. Oggi Márquez arriva da un nuovo infortunio, ma sfrutterà le festività per completare il recupero, riprendendo gli allenamenti in moto con un solo obiettivo: essere veloce. Perché finché esistono velocità, competitività e possibilità di vincere, tutto il resto può aspettare. Il futuro, quello del 2027, resta un punto interrogativo. Verrà affrontato con lucidità, dopo essersi finalmente concesso il tempo per riflettere.

4 Francesco Bagnaia: ritrovare le sensazioni

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Per Francesco Bagnaia, il 2025 è stato un anno di resistenza mentale. Una stagione che ha messo alla prova lui e la squadra, non tanto per problemi tecnici evidenti, quanto per una difficoltà più sottile: la perdita di buone sensazioni. Il potenziale della moto c’era, la velocità anche, ma il riferimento che aveva guidato le stagioni precedenti non è mai tornato davvero. Bagnaia non parla di mancanza di serenità, ma di feeling. La serenità, a suo modo di vedere, non è mai venuta meno. Ciò che è mancato è stato il dialogo naturale con la moto, quel flusso che permette di essere dove si deve essere senza forzare. La stagione ha insegnato quanto sia importante individuare un problema principale, senza disperdersi in mille direzioni. Il reset, per lui, non è un tabù. È già iniziato. La base provata nei test è stata giudicata buona, anche se serviranno risposte più chiare nei test asiatici. Bagnaia sa che la velocità non si perde da un anno all’altro. Sa anche che, per tornare vincente, servirà ritrovare quelle sensazioni che fanno la differenza tra essere competitivi e dominare.

5 Nicolò Bulega: tra dominio e nuove sfide

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Nicolò Bulega arriva a Campioni in Festa da Vice Campione del Mondo Superbike, con un’etichetta che pesa: quella di uomo chiamato a vincere. Le aspettative sono alte, quasi inevitabili, ma il contesto non sarà dei più semplici, perché ci sarà una moto completamente nuova da sviluppare: un passaggio sempre delicato, anche per una struttura solida e collaudata come Ducati. In parallelo, Bulega sarà coinvolto attivamente nello sviluppo della MotoGP 2027, muovendosi tra due mondi tecnici profondamente diversi. Moto opposte per filosofia, gestione e comportamento, unite solo da gomme simili. Serviranno capacità di adattamento, lucidità e rapidità nel cambiare registro. Un impegno enorme, certo, ma esattamente il tipo di sfida che lo motiva: non una pressione da subire, bensì un passaggio naturale nel percorso di chi vuole crescere davvero.

6 Claudio Domenicali: il peso di vincere

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Nel giorno della celebrazione, Claudio Domenicali sceglie un tono misurato. L’orgoglio per una striscia di successi senza precedenti (quattro titoli MotoGP consecutivi con tre piloti diversi e sei mondiali Costruttori) convive con la consapevolezza che vincere tutto non rende il futuro più semplice. Anzi, lo rende più fragile, perché alza aspettative e responsabilità. Domenicali non nasconde quanto sia stata complessa la scelta di puntare su Marc Márquez. Non solo per il valore sportivo, mai in discussione, ma per il peso umano della decisione, resa ancora più delicata dalla presenza di alternative fortissime cresciute in casa Ducati. È stata una scommessa, costruita incrociando il potenziale del pilota con quello della moto. Una scommessa vinta, forse oltre le aspettative, visto il dominio espresso in pista. Il legame tra fabbrica, corse e appassionati resta centrale nella visione Ducati. Le vittorie alimentano la passione e danno valore al prodotto, ma non mettono al riparo dalle complessità del contesto economico globale. Domenicali richiama l’attenzione su dazi, costo dell’energia e instabilità internazionale, fattori destinati a pesare sui bilanci e a selezionare le imprese più solide. Guardando avanti, il 2026 segnerà i cento anni di Ducati. Un traguardo importante, da affrontare non con nostalgia ma con lucidità. Ogni ciclo vincente è destinato prima o poi a concludersi e, quando accadrà, servirà la stessa capacità di rimettersi in discussione che ha portato Ducati a diventare un punto di riferimento assoluto in MotoGP. Perché la vera sfida, anche dopo un anno perfetto, resta sempre quella di ricominciare.

7 Panigale V4 Marquez 2025 World Champion Replica

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Il simbolo definitivo di Campioni in Festa è stata la presentazione della Panigale V4 Marquez 2025 World Champion Replica. Una moto da collezione, prodotta in soli 293 esemplari (l’esemplare numero 93 andrà a casa dal fenomeno spagnolo) numerati e firmati da Marquez sulla cover del serbatoio. Un oggetto che celebra il settimo titolo MotoGP di Marc, arrivato dopo l’intervallo più lungo mai visto tra due titoli mondiali nella storia del motociclismo. Derivata dalla Panigale V4 S, questa versione è più leggera e più potente: grazie allo scarico omologato Akrapovič il peso scende di 2,5 kg e la potenza sale a 218,5 Cv, con una calibrazione motore dedicata. L’aerodinamica adotta i Corner Sidepods, soluzione introdotta in MotoGP nel 2021, capaci di generare effetto suolo agli elevati angoli di piega. I cerchi in fibra di carbonio riducono il momento d’inerzia, migliorando l’agilità e la precisione in uscita di curva. L’impianto frenante Front Brake Pro+ porta su strada una soluzione derivata direttamente dal Mondiale Superbike, mentre la frizione a secco, le pedane regolabili e il modulo GPS completano una dotazione pensata per l’uso in pista. Ogni dettaglio è pensato per rendere l’esperienza unica: dalla sella in Alcantara all’animazione dedicata del cruscotto, fino alla cassa in legno personalizzata per la consegna. Come tutte le Ducati da collezione, anche questa Panigale è un manifesto tecnico ed emotivo. Non solo una celebrazione, ma la traduzione concreta di un’idea di velocità che nasce a Borgo Panigale e continua a vincere nel mondo.

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