Del Toro e un Giro buttato dalla... Finestre. Ecco perché la Uae ha sbagliato tutto

2 giorni fa 2

La squadra dell'ex leader non ne ha azzeccata una: perché non c'era nessuno in una fuga in un attacco con Van Aert? E la sottovalutazione di Yates è inspiegabile

Alessandra Giardini

Collaboratore

31 maggio 2025 (modifica alle 21:04) - MILANO

Alla fine è tutti contro tutti. Isaac Del Toro è convinto di aver corso bene. Richard Carapaz dice che il messicano non sa correre e ha vinto il Giro il corridore più intelligente. Mauro Gianetti sorride a denti stretti, rende merito a Simon Yates ma respinge le critiche all’ammiraglia della UAE. Wout van Aert ammette che a lui piacciono quelli che rischiano ed è ovviamente felice che abbia vinto il suo capitano. Siamo ancora troppo dentro questo Giro d’Italia, ma quando saremo alla giusta distanza apparirà chiaramente come ci siano due sconfitti e un vincitore, e come la tattica della UAE Team Emirates sia stata suicida. Al contrario, quello della Visma|Lease a Bike è stato un capolavoro tattico che ha giustamente portato in maglia rosa Simon Yates.

TUTTO SBAGLIATO

—  

Che cosa è successo? La tattica della UAE Team Emirates fa acqua fin dal mattino, quando la Visma mette Wout van Aert (cioè il meglio che ci sia su piazza) in fuga, con il chiaro intento di fargli fare da punto di appoggio per il capitano Simon Yates quando arriverà il momento di giocarsi la tappa o meglio il Giro, cioè sul Colle delle Finestre. A quel punto sull’ammiraglia della maglia rosa prendono una decisione sbagliata: lasciano che vada via la fuga senza che ci sia un loro uomo. È vero che hanno perso per strada Ayuso e Vine, ma non è una scusante: al dunque, Del Toro è rimasto solo molto presto, e tutti questi uomini evidentemente non servivano. Mettiamo che il messicano si fosse deciso a inseguire Yates prima che fosse troppo tardi: in discesa dalle Finestre sarebbe stato comunque solo, mentre l’inglese poteva scendere tranquillo al riparo di un omone come van Aert. A quel punto Del Toro avrebbe perso comunque, perché non aveva un compagno nella fuga del mattino.

MA L'AMMIRAGLIA?

—  

Ma torniamo alla tappa. Carapaz e Del Toro decidono di aprire le ostilità molto presto, sembra che abbiano fretta di arrivare allo scontro. L’ecuadoriano della EF accelera prima delle Finestre, ed è lì che la UAE si volatilizza: dopo aver controllato il Giro per tre settimane, negli ultimi sessanta chilometri lo buttano via. Rimangono Carapaz contro Del Toro. Sembra che ci siano soltanto loro due a giocarsi il Giro, si disinteressano del resto del mondo. Peccato di presunzione. Che è giustificabile in Del Toro, che ha ventun anni, ma non in chi lo guida dall’ammiraglia. Il giovane messicano si limita a marcare Carapaz, risponde tono su tono alle provocazioni dell’esperto ecuadoriano e pensa: io ho la maglia rosa, se non perdo un metro arriviamo a Sestriere insieme. Come in duello rusticano. Quanto all’ecuadoriano, corridore che in genere le occasioni le sa cogliere, stavolta pensa che sia Del Toro a dover difendere la maglia rosa e aspetta che sia lui a prendersi la responsabilità della corsa. Forse Carapaz non è nella sua giornata migliore, e pensa di farcela di testa innervosendo il giovane rivale. Ma è Del Toro a innervosire lui non dandogli mai il cambio. Così, quando li raggiunge Simon Yates non fanno una piega. E quando l’inglese li lascia lì continuano a rispondersi uno con l’altro: a scattini e a parole. Si marcano come se fossero in pista, rallentano: intanto l’altro prende minuti su minuti. Ma è quasi incomprensibile: perché dall’ammiraglia non dicono niente? Non funzionavano le radioline?

E YATES?

—  

Yates stava andando a prendersi sulle Finestre quello che le Finestre gli avevano tolto nel 2018: si vede che il giovane e l’esperto non hanno neanche studiato la storia, visto che si disinteressano di lui, come se non fosse pericoloso. E invece è doppiamente pericoloso: perché è vicino in classifica, e ha un conto aperto col destino. E quando è ormai chiaro che se non si sbrigano ad andarlo a prendere sarà proprio l’inglese a vincere il Giro, Carapaz è ancora convinto che tocchi a Del Toro andare all’inseguimento, e Del Toro immagina che Carapaz andrà a prenderlo, se vuole vincere il Giro. Questo è un peccato di orgoglio. Se hai la maglia rosa e un avversario diretto ti stacca, tocca a te a tirare. E non basta fare lo scattino sul traguardo per fare bella figura: anzi, passi pure per presuntuoso. I tecnici della UAE e lo stesso Del Toro diranno che è comunque nata una stella, e che Isaac ha soltanto ventun anni e tutto il tempo davanti. Ma le occasioni vanno colte quando si presentano, perché nella vita non si sa mai. E questo è un Giro perso.

Leggi l’intero articolo