Dalla fattoria di famiglia alla Serie A: tutto quello che non sapete su Sucic

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Nato in Bosnia, ha scelto di rappresentare la Croazia nel 2024: quest'anno ha perso il campionato con la Dinamo e vuole riscattarsi

Francesco Pietrella

Giornalista

7 giugno - 10:21 - MILANO

Petar Sucic è più interista di quanto si creda. Condivide coi suoi compagni un sentimento di rivalsa comune: riscattarsi dopo un campionato sfumato all’ultima giornata. La mezzala croata – il primo investimento dell’Inter 2025-26, ancora a caccia di una guida -, ha chiuso al secondo posto l’ultima stagione con la Dinamo Zagabria. Si è piazzato davanti l’Hajduk Spalato di Rino Gattuso e con gli stessi punti del Rijeka, avanti negli scontri diretti e quindi campione. Mercoledì ha sposato ufficialmente la casa interista con un contratto fino al 2030. Il suo primo impegno sarà il Mondiale per Club, in attesa di conoscere il suo nuovo allenatore.

infanzia

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Sucic è cresciuto un paesino di trecento anime, Kandija, in Bosnia Erzegovina. Il suo primo campo è stato un impiantino in terra battuta a due passi dalla fattoria di famiglia, un'oasi felice dove rifugiarsi e tornare quando può. La Dinamo Zagabria l’ha preso nel 2022 dopo averlo visto distinguersi con lo Zrinjski Mostar, la squadra della città del ponte, lo Stari Most, distrutto durante la guerra e poi ricostruito. Di sicuro si sarà divertito guardando le gare annuali di tuffi. Famiglia di talento, poi. Suo cugino Luka, 22 anni, gioca a centrocampo nella Real Sociedad, ma rispetto a lui è un filo più offensivo. È nato a Linz, in Austria, ma ha scelto di vestire la maglia croata per un “senso di patriottismo verso il Paese dei suoi genitori”. Petar è dello stesso pensiero. Dopo diverse partite nelle giovanili della Bosnia, nel 2024 ha scelto la Croazia. Per lui 7 partite, un gol alla Polonia e un rosso (rimediato contro la Scozia l’anno scorso). Nella Dinamo ha giocato alle spalle di Martin Baturina, 2003 come lui, e in tandem con Ademi a centrocampo. Nell’Inter potrebbe fare il vice Calha o la mezzala, il ruolo per cui è stato acquistato: “Mi sento un numero 6”, ha detto, aggiungendo che le sue qualità sono “la gestione della calma e la corsa”. I tifosi lo aspettano.

la stagione

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Quest’anno ha siglato due gol in Champions contro Monaco e Slovan Bratislava. Ha chiuso la stagione con 7 squilli e 4 assist in 32 partite, più un infortunio tosto al metatarso che l'ha tenuto fuori più di tre mesi. Nenad Bjelica, il suo vecchio mister passato anche per lo Spezia, l’aveva elogiato così: “È un ragazzo calmo, umile, un lavoratore. In estate abbiamo scelto di non cederlo per farlo maturare. È un giocatore da grande squadra. Farà grandi cose”. Petar è cresciuto seguendo l’Arsenal, la squadra della vita. Da bambino apriva il computer e guardava i gol di Giroud. La vita l’ha portato a realizzare il suo sogno a centinaia di chilometri da casa. Ora è pronto a riscattare un campionato perso.

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