Dal sogno Conte al tentativo per Gasp: così la Juve si è incartata. Ma se fosse rimasto Giuntoli...

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L'ex dg era vicino al tecnico del Napoli, poi blindato da De Laurentiis, e poi a quello ora alla Roma, che però declinò anche perché non sentì Comolli convinto. Ora i due sono primi e il progetto Tudor è fallito

Fabiana Della Valle

Giornalista

27 ottobre - 20:15 - MILANO

Si dice che la notte porti consiglio e in casa Juventus dev’essere successo proprio così. Intorno a mezzogiorno, quando era previsto l’allenamento, è stato comunicato l’esonero di Igor Tudor. Il paradosso è che la notizia dell’addio è arrivata proprio nel giorno in cui Napoli e Roma si godono il primato in classifica. E al timone delle due capolista ci sono Antonio Conte e Gian Piero Gasperini, ovvero i due tecnici che il club aveva pensato di portare a Torino prima di optare per la conferma dell’ex difensore croato. 

CONTATTO CONTE

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Ricordi e rimpianti - inevitabili - che s’intrecciano tra di loro e lasciano spazio al più classico dei “Chissà che cosa sarebbe successo se...”. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, però è indubbio che un po’ di amaro in bocca resta. Soprattutto vedendo come stanno andando le cose per il piano A e il piano B della Signora, perché questo erano Conte e Gasp prima del ribaltone in dirigenza. Riavvolgiamo il nastro fino alla primavera, quando Thiago Motta era già traballante ma ancora al suo posto. Fu in quel periodo che Cristiano Giuntoli, allora direttore tecnico della Juventus, contattò per la prima volta Antonio Conte, in piena corsa per lo scudetto con il Napoli. Il primo approccio fu positivo, aiutato anche dai trascorsi di Conte e dalla spinta di Giorgio Chiellini, pure se Giuntoli capì presto che non c’erano i margini per arrivare a dama, perché l’ultima parola sarebbe spettata al presidente Aurelio De Laurentiis, che difficilmente avrebbe liberato il tecnico che li stava portando al tricolore. 

TENTATIVO GASP

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Perciò Giuntoli si era cautelato con Gasperini, che aveva già comunicato all’Atalanta la volontà di andarsene, ma che all’epoca non aveva ancora detto sì alla Roma. Gasp, torinese doc e pure lui con un passato bianconero (ha allenato le giovanili), sarebbe venuto volentieri di fronte a un buon progetto, tutto però è tornato in discussione a maggio, quando Giuntoli è stato mandato via e al suo posto è arrivato il plenipotenziario Damien Comolli. Nel frattempo la Juventus aveva preso Tudor part-time, con un contratto ad hoc che permetteva al club di liberarsi pagando una penale anche in caso di qualificazione alla Champions League, che a sua volta - stanco del continuo chiacchiericcio sul suo successore - aveva minacciato di dimettersi. Fu Giuntoli a convincerlo a restare, forse l’ultimo atto della sua gestione. 

NUOVO CORSO COMOLLI

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Con l’arrivo di Comolli le strategie sono cambiate. Sfumato definitivamente il sogno Conte (blindatissimo, come previsto, da De Laurentiis) il nuovo direttore generale - che a giorni verrà nominato amministratore delegato - si è trovato a sciogliere subito il nodo allenatore. Ha contattato Gasperini (caldeggiato da Chiellini) ma senza troppa convinzione e soprattutto quando l’ex allenatore dell’Atalanta era già molto avanti con la Roma. Gasp ha avvertito freddezza dall’altra parte del telefono e ha gentilmente declinato, convolando a nozze con i giallorossi, che ora se lo godono. Così come il Napoli si gode il secondo anno di Conte e sogna di fare un clamoroso bis scudetto. La Juventus invece ha deciso di andare avanti con Tudor, rinnovandogli il contratto fino al 2027, ma dopo pochi mesi ha già cambiato idea e ora naviga a vista, ottava con 12 punti e a meno sei dalla vetta, e in attesa di nominare un nuovo allenatore solo 7 mesi dopo l’esonero di Thiago Motta.

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