Crimini di guerra e contro l'umanità: mandato d'arresto internazionale per Netanyahu e Gallant

5 ore fa 1

La Corte penale internazionale contesta crimini commessi "almeno dall'8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024". Un mandato emesso anche per il leader di Hamas Al-Masri che Israele dice di aver ucciso in un attacco aereo

21 novembre - 14:38 - MILANO

La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. L'accusa è di crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nella Striscia di Gaza. La decisione, si legge, è basata su "ragionevoli motivi" per ritenere che i due leader abbiano diretto e sostenuto un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza, a partire dall’8 ottobre 2023 fino al 20 maggio 2024.

il comunicato della Corte Penale Internazionale

—  

Nelle ragioni della sentenza, la Camera preliminare I della Corte Penale Internazionale spiega che Netanyahu e Gallant sono ritenuti responsabili di "aver diretto intenzionalmente un attacco contro la popolazione civile" con "omicidio, persecuzione e altri atti disumani", oltreché di aver usato la "fame come metodo di guerra". I giudici hanno sottolineato che la privazione di beni essenziali come cibo, acqua, medicinali ed elettricità è da considerarsi un atto deliberato e prolungato che ha aggravato la sofferenza della popolazione. Esistono ragionevoli motivi, conclude la Corte, per credere che Netanyahu e Gallant abbiano privato una parte significativa della popolazione di Gaza dei propri diritti fondamentali, nonostante avessero a disposizione strumenti per evitare o mitigare l'impatto dei crimini. La Corte ha inoltre respinto i ricorsi presentati da Israele, sostenendo che i due leader abbiano ignorato le misure per prevenire tali crimini.

ancora vittime a gaza city

—  

Intanto si aggrava la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Almeno 22 persone sono rimaste uccise in un raid israeliano a Gaza City che ha colpito un edificio nel quartiere Sheikh Radwan, ridotto in macerie. Secondo il direttore dell’ospedale Kamal Adwan molte vittime dormivano al momento dell’attacco e "Ci sono ancora molti corpi da recuperare". Tra quelli recuperati, numerosi sono di donne e bambini, mentre i soccorsi si trovano a operare in condizioni di estrema difficoltà a causa della scarsità di risorse e mezzi di trasporto. "Stiamo già operando a corto di risorse, la maggior parte del nostro personale è ora impegnata a soccorrere i feriti sul posto a causa della mancanza di ambulanze", ha dichiarato.

l'iter del mandato icc

—  

La Corte Penale Internazionale, su richiesta del procuratore capo Karim Khan, ha emesso i mandati di arresto dopo aver respinto tutti i ricorsi avanzati da Israele. Tuttavia, l’effettiva esecuzione di questi mandati risulta complessa: la Corte non dispone di una forza di polizia propria e dipende dalla collaborazione degli Stati membri. Israele non ha mai firmato lo Statuto di Roma del 1998 e non riconosce l’autorità della Corte; pertanto, non procederà con l’arresto dei suoi leader.

Sono 124 i Paesi che aderiscono allo Statuto, tra cui l'Italia ma non ad esempio gli Stati Uniti. Ciò significa che, se il primo ministro israeliano entrasse in uno di questi territori, scatterebbe teoricamente l’obbligo di arresto e l'invio all'Aia, sede della Corte.

Gazzetta dello Sport

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi l’intero articolo