Cresce ancora la spesa per le pensioni, 364 miliardi nel 2024

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La spesa per le pensioni nel 2024 sale a 364.132 milioni con una crescita del 4,9% sul 2023, soprattutto a causa del recupero dell'inflazione dell'anno precedente che si era attestata al 5,7%. I beneficiari di prestazioni pensionistiche sono 16.305.880 con una media di 1,4 pensioni a testa (23.015.011 i trattamenti nel complesso) e un reddito di pensione medio di 22.331 euro.

Le donne rappresentano la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 51%) ma gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici: l'importo medio annuo dei redditi percepiti dagli uomini è infatti superiore a quello delle donne del 34% con 25.712 euro medi di pensione contro 19.140 euro. Le pensioni degli uomini sono, infatti, in media basate su carriere contributive più lunghe e su retribuzioni più alte di quelle delle donne, peraltro spesso intrappolate nell'inattività.

I pensionati che hanno redditi da pensione inferiori a mille euro sono 4.582.411, pari al 28,1% dei beneficiari complessivi (ma ricevono meno del 9% dell'importo complessivo di spesa) Tra questi quasi 1,7 milioni hanno importi inferiori a 500 euro e proprio alla platea dei più disagiati si è rivolta la manovra di bilancio prevedendo una maggiorazione di 20 euro al mese che ingloba però gli 8 euro dati in via transitoria per il 2025 (con un aumento reale rispetto agli assegni attuali di 12 euro).

Tra le donne il 34,5% ha un reddito da pensione inferiore a mille euro (quasi 2,89 milioni di persone) mentre tra gli uomini sono nelle due fasce più basse di reddito solo il 21,4%. del totale. Sui 16,3 milioni di pensionati complessivi solo 450.067 hanno redditi da pensione superiori a 5mila euro (il 2,8% del totale) per un importo complessivo pari al 10,2% del totale.

In pratica i pensionati più ricchi sono meno del 10% di quelli più poveri ma ricevono un importo complessivo superiore. Il 34,2% dei pensionati percepisce redditi pensionistici mensili compresi tra i 1.000 e i 2.000 euro mentre quelli che percepiscono più di 2.000 euro al mese rappresentano il 37,7% del totale e il 63,5% sulla spesa pensionistica complessiva.

I pensionati delle regioni meridionali e delle isole percepiscono redditi più bassi rispetto a quelli residenti nelle altre zone geografiche. Nel Mezzogiorno, infatti, la percentuale dei pensionati con redditi da pensione inferiore ai mille euro è pari al 35,9% a fronte del 20,9% al Nord e al 25,8% al Centro. Il dato è legato al fatto che al Nord risiedono pensionati con assegni basati su contribuzioni più lunghe e spesso su retribuzioni più alte.

Al Sud e nelle Isole prevalgono le pensioni di vecchiaia e quelle assistenziali. Nel Mezzogiorno risiedono il 47,7% dei beneficiari di prestazioni assistenziali (solo il 31,8% al Nord) e il 46,9% di quelle di invalidità (solo il 32,1% al Nord). Gli importi medi delle pensioni sono più elevati al Nord rispetto al resto dell'Italia (+8,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale).

Al Nord l'importo medio è di 24.312 euro a fronte dei 23.814 al Centro e e i 19.614 del Mezzogiorno. Le pensioni di tipo Ivs (invalidità, vecchiaia e anzianità/anticipate, superstiti) sono il 77,2% del totale delle pensioni, di cui il 53,8% relativo alle pensioni di vecchiaia/anticipate, il 3,9% a quelle di invalidità e il 19,5% a quelle ai superstiti. Le prestazioni di tipo indennitario si attestano al 2,7%, mentre quelle di tipo assistenziale sono pari al 20,2% del totale. Gli importi complessivi hanno una distribuzione più spiccatamente sbilanciata verso le pensioni di tipo Ivs, che coprono il 90,7% del totale; (il 73,7% del totale per le vecchiaia/anticipate).

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