Conclusione trionfale per la pista
azzurra ai Mondiali juniores di Apeldoorn, in Olanda.
Nell'ultimo giorno di gara arriva ancora un titolo (il sesto per
l'Italia e il terzo personale) grazie a Matilde Cenci nel
Keirin. La 17enne vicentina (compirà 18 anni il 14 novembre) è
la stella indiscussa di questi Mondiali: per lei, oltre alle tre
maglie iridate (Team Sprint, Km e Keirin), anche la medaglia di
bronzo nella velocità. Nella Madison maschile Julian Bortolami e
Riccardo Colombo si fermano a un punto dall'oro, andato alla
coppia spagnola Igual Ubeda e Urcaregui Sanz. Agli azzurri non
basta il giro guadagnato e la vittoria nella volata finale per
superarli (51 a 50).
Nell' eliminazione Jacopo Vendramin conquista la sua terza
medaglia personale: questa volta è d'argento, alle spalle
dell'austriaco Fugger. Il 16enne veneto (compirà 17 anni a
dicembre) si conferma lo junior di primo anno più promettente
sul tondino olandese. Bronzo anche per Alessio Magagnotti nel
Km, piazzamento che lo conferma tra le stelle dei Mondiali.
Lo scorso anno il medagliere azzurro ai mondiali pista
juniores contava 11 medaglie (3 ori e terzo posto complessivo).
Quest'anno l'Italia porta a casa 6 ori, 3 argenti e 4 bronzi,
per un totale di 13 medaglie, che valgono il primo posto
assoluto nel medagliere. Un risultato straordinario per il
ciclismo giovanile italiano, che migliora il già ottimo bottino
degli Europei di Anadia di meno di un mese fa.
Come ha ricordato il presidente federale, Cordiano Dagnoni,
confermarsi ai vertici in una categoria dal ricambio rapido è
possibile solo quando alle spalle c'è un movimento forte e
strutturato, capace di formare ogni anno atleti di alto livello.
"Oltre ai doverosi complimenti ad atleti e società - ha
commentato al termine Dagnoni - ci tengo a ringraziare tutti i
tecnici e lo staff della Nazionale, che da tempo lavora in
perfetta sinergia, permettendo ogni anno di raggiungere
obiettivi sempre maggiori. Credo che la continuità tecnica sia
uno dei segreti: abbiamo impostato il lavoro quattro anni fa
credendo in questi tecnici e da allora non ci sono stati
cambiamenti sostanziali. Questo ha permesso a ognuno di lavorare
con tranquillità. L'armonia che regna nelle nostre nazionali
consente agli atleti di esprimersi al meglio e di crescere
tecnicamente".
Diversi gli elementi tecnici emersi dal Mondiale. Il primo,
sottolinea la federciclismo, riguarda la crescita costante di
titoli e medaglie: negli anni l'Italia ha scalato le classifiche
fino a stabilizzarsi ai vertici mondiali. Il secondo è legato
alla velocità femminile, che ha messo in mostra un gruppo di
ragazze di altissimo livello con Matilde Cenci come punta di
diamante. Il terzo elemento riguarda l'inseguimento, che si
conferma tra i migliori al mondo anche con protagonisti diversi:
i quattro titoli mondiali consecutivi non hanno eguali nella
storia recente. La distribuzione equilibrata delle medaglie tra
velocità e inseguimento, maschile e femminile, dimostra infine,
secondo Fci, la solidità del movimento. I successi non arrivano
da uno o due campioni, ma da un gruppo ampio e affiatato, in
grado di rinnovarsi senza perdere qualità. Tutto questo è stato
raggiunto con un solo impianto coperto, ma grazie al rilancio
dell'attività su pista a livello territoriale e agli
investimenti realizzati per sostenerla. . "Alla luce di questi
risultati rinnovo il mio invito - ha concluso il presidente
Dagnoni - alle istituzioni a sostenerci, in questo percorso
virtuoso, con maggiori impianti, magari coperti, in grado di
dare ancora maggiori opportunità ai nostri giovani di allenarsi
e fare sport in totale sicurezza."
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