La burocrazia rappresenta un
nemico invisibile che pesa sul sistema delle Pmi italiane,
drenando almeno 80 miliardi di euro all'anno. Lo sostiene
l'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), sottolineando
che "la complessità delle norme e, spesso, l'impossibilità
pratica di applicarle rappresentano un dramma insopportabile.
Senza contare che i tempi medi per il rilascio di permessi e
autorizzazioni da parte della nostra Pa restano tra i più
elevati d'Europa".
Il disegno di legge del governo che prevede l'abrogazione di
oltre 30.700 norme emanate tra il 1861 e il 1946, ridurrà del
28% lo stock delle norme vigenti, ma la Pa sconta differenziali
di inefficienza molto preoccupanti. Secondo una recente indagine
della Banca Europea degli Investimenti, il 90% delle imprese
italiane ha dichiarato di avere personale impiegato per
adempiere agli obblighi normativi, in Francia il dato si è
attestato all'87%, in Germania all'84% e in Spagna all'82%; la
media Ue è all'86%. In Italia il 24% degli imprenditori dichiara
di impiegare oltre il 10% del proprio personale per espletare
formalità richieste dalla legge, contro il 14% di imprenditori
in Francia e Spagna e l'11% della Germania. La media è pari al
17%.
Secondo la periodica indagine condotta nel 2024
dall'Università di Göteborg sulla qualità istituzionale delle
Pa nelle 210 regioni dell'Ue, la prima regione d'Italia è il
Friuli Venezia Giulia al 63/o, poi la Provincia Autonoma di
Trento (81/a), la Liguria (95/a) e la Provincia Autonoma di
Bolzano (96/a). Male le regioni del Sud: Puglia al 195/o posto,
Calabria al 197/o, il Molise al 207/o e la Sicilia al 208/o.
"Nessuno - puntualizza la Cgia - può disconoscere che anche
la nostra Pa presenta delle punte di eccellenza che ci sono
invidiate in tutto il mondo: pensiamo alla sanità, alla ricerca,
all'università e alla sicurezza. Purtroppo la macchina dello
Stato nel suo complesso funziona mediamente con difficoltà,
soprattutto in molte regioni del Mezzogiorno, dove
l'inefficienza costituisce un tratto caratteristico. Non solo. A
preoccupare cittadini e imprese sono i tempi di risposta e i
costi della burocrazia che sono diventati una patologia non più
sopportabile. Avremmo bisogno di un servizio pubblico efficiente
ed economicamente vantaggioso, invece, ci ritroviamo con una
macchina pubblica 'scassata' che fatica a tenere il passo con i
cambiamenti epocali in atto".
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