Cantava l'inno di Venditti, ora lo fischiano. Perché il ritorno di Abraham alla Roma è difficile

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L'attaccante, in prestito al Milan, ha punito con una doppietta la sua ex squadra eliminandola dalla Coppa Italia. Non ha esultato, ma i tifosi non hanno gradito. E rivederlo in giallorosso sembra quasi impossibile, anche perché...

Francesco Balzani

6 febbraio - 12:55 - ROMA

La legge dell’ex non ha fatto sconti alla Roma. Così dopo Zaniolo, Bove, Lukaku e Spinazzola è arrivata ieri sera la doppietta di Tammy Abraham che ha eliminato i giallorossi dalla Coppa Italia e fatto godere il Milan. Nella capitale i più inguaribili degli ottimisti provano a vedere una nota positiva: "Almeno ora ci danno Saelemaekers". In riferimento allo scambio di prestiti che la Roma vorrebbe tramutare in affare definitivo a fine campionato. La strada non è così semplice. 

I FISCHI

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Ancora più difficile, però, è pensare a un ritorno a Trigoria di Abraham che ieri ha avuto un botta e risposta a distanza coi tifosi della Roma. Al momento del cambio, infatti, l’inglese è stato subissato di fischi dal settore ospiti. Sorpreso Tammy ha fatto il simbolo della coppa, riferendosi al fatto che è stato decisivo tre anni fa per la conquista della Conference League con Mourinho. "Tutti sanno cosa penso della Roma, stasera coi tifosi giallorossi è stato fastidioso, ho celebrato ringraziando Dio e non ho esultato per rispetto. Sono cose che purtroppo succedono nel calcio", ha dichiarato amaramente Abraham a fine partita. In realtà qualcosa si era rotto già nell’ultimo anno quando l’Olimpico fischiò Abraham a seguito degli errori clamorosi contro il Bayer Leverkusen in semifinale di Europa League. 

LA CRISI COI TIFOSI

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Un amore incrinato dopo il bel rapporto nelle prime due stagioni italiane dell’ex attaccante del Chelsea che in campo prima delle partite cantava l’inno di Venditti e si trovava in simbiosi con tutto lo stadio. Tammy a Roma si è trovato subito bene e nel primo anno ha segnato 27 gol tra campionato e coppe (tra cui quello decisivo in semifinale con il Leicester). Nessuno ci era mai riuscito al primo anno in Italia con la maglia giallorossa. Nel secondo anno il rendimento è calato, ma il rapporto con la città e la tifoseria no. La società ha deciso comunque di metterlo sul mercato per rientrare dell’enorme spesa della stagione precedente (40 milioni più bonus) fino al terribile infortunio al crociato con lo Spezia all’ultima di campionato che ha bloccato la cessione all’Aston Villa. Abraham è rimasto ai box per 8 mesi e al suo ritorno ha trovato una squadra in piena crisi e il posto da titolare ormai preso da Lukaku. La tifoseria non gli ha dato l’alibi della convalescenza e dopo qualche errore di troppo sono arrivati i primi fischi. 

IL FUTURO

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In estate la cessione al Milan, in prestito e con un contratto (pesante) che scadrà nel 2027 con la Roma. Un ritorno sembra difficile, la conferma in rossonero passa da questi ultimi mesi di stagione anche se l’arrivo di Gimenez e la voglia di scommettere su Camarda sono due segnali importanti. Intanto sui social romanisti è un mix tra chi lo insulta ("Con noi quei gol li sbagliavi sempre") e chi invece lo difende: "Ma cosa doveva fare? Sbagliare? E poi era meglio lui di Shomurodov".

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