Cairo: "E' un Giro internazionale. Che entusiasmo in Albania! Spero che all'ultima tappa ci sia il Papa"

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Il presidente di Rcs Mediagroup presente in Albania per la prima tappa della corsa rosa: "Ho visto un popolo appassionato di ciclismo. E quanti giovanissimi!"

Dal nostro inviato Luca Bianchin

9 maggio 2025 (modifica alle 21:58) - DURAZZO (ALBANIA)

Durazzo ha accolto la corsa con la partenza sul lungomare. Tirana con un arrivo affascinante, da classica del Nord. Quello che il Giro poteva sperare, quando ha scelto una nazione inedita per dare il via all’edizione 108. Tirana è diventata il centro del ciclismo per un giorno e lo sarà anche nelle prossime 24 ore, con una cronometro interessante anche scenograficamente. Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs Mediagroup, è arrivato dall’Italia per questo primo giorno del Giro in Albania e ha scoperto un mondo nuovo.

Che impressione ha avuto da 24 ore inedite, inimmaginabili per l’Albania?

"La cosa che mi ha colpito di più sono stati i bambini, le bambine e i ragazzini alla partenza a Durazzo: c’erano tanti giovani e giovanissimi, venuti per vedere il Giro. Un entusiasmo incredibile, anche all’arrivo in una grande città come Tirana".

Come le è sembrata l’Albania dal punto di vista sociale e sportivo? Il ciclismo ha avuto una crescita fino agli Anni 80, ora lotta per avere spazio.

"Vedo un popolo molto appassionato, vicino al ciclismo. Mi dicono che qui ci sono scuole dedicate ai bambini, per educarli al ciclismo da piccoli. É un popolo che ha voglia di crescere, che ha tanta passione e voglia di farsi avanti. É ideale per il Giro partire da qui e avere tanto seguito. Ho visto la tappa in ammiraglia, mi piace sempre farlo".

Tappa vinta da Mads Pedersen, un campione.

"Sì e posso dirvi una cosa. Nel 2018 ho fatto una foto con Nibali prima della Sanremo, che qualche ora dopo avrebbe vinto. Una delle sue vittorie più iconiche. Oggi ho fatto una foto con Pedersen prima della partenza. Vuol dire che porto fortuna".

Albanian Deputy Minister of Sport with Mayor Durazzo and Urbano Cairo during the stage 1 of the Giro d’Italia from Durazzo (Durres) to Tirana (Tirane), Albania- Friday, May 9, 2025. Sport - cycling (Photo by Gianmattia D'Alberto/LaPresse)

Il tema di questi giorni è l’internazionalità del Giro. E' più importante l’Albania per il Giro o il Giro per l’Albania?

"Il Giro sicuramente per l’Albania è molto importante e la partenza da Durazzo è stata una buonissima cosa. La corsa può essere un moltiplicatore di presenze turistiche. L’Albania è un Paese che sta crescendo e sviluppandosi molto, che vive di questo. É arrivato ad avere 12 milioni di turisti in un anno e ha fatto un lavoro notevolissimo: negli ultimi anni c’è stato un notevole incremento di presenze dall’estero e qui ci hanno accolto in maniera straordinaria. Avere tre tappe del Giro viste in 200 paesi da 800 milioni di persone vuol dire fare uno spot straordinario al Paese".

E per il made in Italy, che cosa significa il Giro?

"É una bella opportunità per noi e per l’Albania. Il primo ministro Rama ha capito quanto sia importante il Giro per aprire una finestra al mondo: queste tappe trasmesse nel mondo sono un modo per attrarre tantissime persone. Il Giro diventa così sempre più internazionale: siamo stati in Israele, poi in Ungheria, ora in Albania, c’è grande interesse per la corsa".

Che Giro sarà secondo lei?

"Questo è un Giro ricco, con tante possibilità diverse, dalle cronometro alle tappe per velocisti fino alle mie tappe preferite, i tapponi di salita che arriveranno nell’ultima settimana, prima del finale a Roma. Avremo Mortirolo, Colle delle Finestre, montagne mitiche, arrivi a Bormio e Sestrière. E tanti corridori di qualità come Roglic, Ayuso, Carapaz, Bernal e altri".

La corsa sarà quasi sicuramente molto diversa da quella del 2024, dominata da un fenomeno dall’inizio alla fine. E' più affascinante un Giro con Pogacar o uno con il pronostico aperto?

"Pogacar è un corridore straordinario, le sue imprese sono memorabili e a volte corre quasi da solo, contro sé stesso. Un Giro con tanti campioni che possono vincere aiuta la competitività, è una cosa molto bella. Sarà un Giro molto emozionante".

Un ciclista che l'ha emozionato più degli altri?

"Nel 2018 al Giro venne Chris Froome, che fece quella fuga strepitosa da solo sul Colle delle Finestre. Nibali mi è piaciuto molto, anche se non l’ho mai visto vincere un Giro: ha vinto prima del mio arrivo. Poi ha fatto sempre bene, salendo sul podio con un secondo e un terzo posto. Ora vediamo Tiberi, che è un buon corridore, e speriamo in Ciccone".

E per il futuro, c’è un Paese da cui le piacerebbe partire con il Giro?

"Il Giro in Italia è partito un po’ dappertutto, abbiamo fatto alcune partenze dall’estero e devo dire che è bello esplorare questi Paesi".

Una nota a margine. Il presidente della Federtennis Angelo Binaghi ha subito invitato il Papa agli Internazionali d’Italia, sapendo che è un ex tennista. Possiamo aspettarci di vederlo a Roma, nell’ultima tappa che inizierà attraversando i Giardini Vaticani?

"Spero veramente di sì, sarebbe una cosa stupenda, saremmo felici. Lo invitiamo da ora".

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