Bufera Mondiale. Troppe sospensioni per rischio fulmini. E il calcio si ribella

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Già sei partite fermate. E scatta l'allarme per il prossimo Mondiale: trovarsi nella stessa situazione sarebbe un disastro. Maresca: "Non è il posto giusto per questa competizione"

dal nostro inviato Fabio Licari

30 giugno 2025 (modifica alle 11:23) - CHARLOTTE (USA)

Tuoni e fulmini sulla Fifa e sui Mondiali, anche quello del 2026. Alla sesta partita sospesa per rischio tempesta e paura di fulmini, il calcio si ribella. Sei casi, ma l’ultimo è clamoroso. Benfica-Chelsea 1-4 a Charlotte, Nord Carolina, non entrerà nella storia come Italia-Germania 4-3 all’Azteca, “la partita del secolo”, ma come partita più lunga di sempre. Quattro ore e trentotto minuti, comprese le due di stop ad aspettare gli elementi che invece sono rimasti tranquilli lassù. Allo stadio la situazione era surreale: tutti fuori di corsa, giocatori e tifosi, stadio deserto, tribuna stampa protetta, zero pioggia, zero fulmini. Al contrario, un arcobaleno e un po’ di sole.

"Una barzelletta"

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La tempesta perfetta s’è scatenata in campo, con il Chelsea avanti 1-0 a tre minuti dalla fine. Il protocollo è rigido e all’arbitro Vincic non resta che spedire tutti dentro. Il rientro è dopo centoventi minuti. Un’altra partita: succede l’incredibile, il Benfica ormai ko torna in gioco, per poco il Chelsea non è beffato. Enzo Maresca è una furia: "Una barzelletta. Non abbiamo concesso nulla, poi, dopo l’interminabile pausa, la partita è cambiata completamente. Questo non è calcio". 

eventi frequenti

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Il “problema”, come ha detto Ben Schott, responsabile operativo del National Weather Service, a The Athletic, è che siamo in America. "Quello che state vedendo è molto tipico. L’anno prossimo potremmo trovarci di fronte alla stessa situazione". Al Mondiale sarebbe un disastro. In realtà, delle sei partite ritardate, soltanto una, Palmeiras-Al Ahly, s’è giocata in uno stadio del 2026, East Rutherford/New York, quello della finale. Orlando, Cincinnati, Nashville e Charlotte non ospiteranno partite. Ma se accadesse? La Fifa è in difficoltà, però Arsène Wenger, capo del calcio, ci mette la faccia: "La situazione non è ideale, perché vuoi che la partita scorra fluida dal primo all’ultimo minuto. Ma, quando organizzi una competizione, metti la sicurezza al primo posto". 

il posto sbagliato

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"Non è normale sospendere una partita", aggiunge il tecnico dei Blues. "In un Mondiale quante ne vengono sospese? Probabilmente zero. In Europa? Zero". Dal suo punto di vista, però, Maresca ha ragione. Se sicurezza e organizzazione non combaciano, si cerchino posti più “sostenibili”. L’America ha il diritto di ospitare un Mondiale, non di condizionarlo così. Ancora Maresca: "Non è calcio. Non puoi stare chiuso negli spogliatoi due ore. È qualcosa di completamente nuovo. Capisco che per motivi di sicurezza si debba sospendere la partita. Non fraintendetemi. Questo è un torneo fantastico. È il massimo. Siamo contenti di essere ai quarti. Ma, se si sospendono 6-7 partite, significa che probabilmente non è il posto giusto per questa competizione". 

il protocollo

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Non si poteva fare altro. Le regole degli Usa sono rigide. La direttiva del National Weather Service obbliga a fermarsi per almeno mezz’ora se, a sei miglia dall’impianto, quasi dieci chilometri, si sono verificati lampi e tuoni. Il conteggio riparte da zero ogni volta che viene avvistato un nuovo fulmine. Le statistiche sono tragiche. Ogni anno negli States muoiono una trentina di persone per scariche elettriche dal cielo, con un centinaio di feriti gravi. Charlotte e la Florida sono zone in cui i fulmini si scatenano con frequenza. Non si può negare che il cambiamento climatico abbia fatto il resto: trent’anni fa, a Usa ‘94, non era un problema. Ma i fenomeni meteo sono diversi. Non solo il calcio è cambiato. Dovremo abituarci? 

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