Bonus per le paritarie, FdI non segnala l'emendamento. Da Leo nuove proposte sull'Irpef

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Fratelli d'Italia rinuncia alla proposta che puntava ad introdurre un bonus per gli studenti delle scuole paritarie: l'emendamento alla manovra (a prima firma del deputato Lorenzo Malagola) per riconoscere fino a 1.500 euro alle famiglie con reddito Isee sotto i 40mila euro non è infatti tra gli emendamenti segnalati. C'è invece la proposta di Noi Moderati (Cesa) per un voucher scuola fino a 2mila euro per gli studenti - componenti di famiglie sempre con Isee sotto i 40mila euro - per l'iscrizione alle paritarie convenzionate. Noi Moderati segnala anche un altro emendamento che stanzia 100 milioni per il 2025 alle paritarie. Mentre tra i segnalati della Lega non c'è la proposta di consentire ai Comuni di esentare le scuole paritarie dall'Imu.

Leo,obiettivo inserire taglio Irpef su ceto medio

"Noi abbiamo spostato l'asticella in avanti, perché abbiamo riaperto i termini per il concordato, fissati al 12 dicembre: ci auguriamo che ci sia un gettito aggiuntivo che verrà messo a servizio della riduzione dell'aliquota del ceto medio". Lo afferma Maurizio Leo, viceministro dell'Economia e delle finanze, rispondendo a una domanda sulla possibilità che il taglio dell'Irpef per il ceto medio possa rientrare in manovra. L'ipotesi sarebbe di portare l'aliquota al 33% ai redditi fino a 60mila euro, aggiunge Leo a margine di un incontro in Assolombarda a Milano sulla riforma fiscale per le imprese.

Tajani, in manovra ci sono tante cose da correggere

In manovra "ci sono tante cose da correggere. Faremo le nostre proposte, a cominciare dalla cittadinanza, e lavoreremo anche per la riduzione della pressione fiscale". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Chiederemo la modifica della web tax che deve essere inflitta ai grandi e non ai piccoli - aggiunge - e altre proposte su cose che mi sembrano da paesi dell'Est tipo la presenza dei revisori dei conti indicati dal Mef nelle società che ricevono finanziamenti pubblici e, infine, la riforma della giustizia".

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