Bankitalia, capitale aggiuntivo non ha depresso banche in Borsa

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I 'cuscinetti' di capitale aggiuntivo chiesti dalla Banca d'Italia alle banche nell'aprile scorso (che sono stati costituiti anche con gli accantonamenti alternativi al pagamento della tassa sugli extraprofitti 2023 ndr) non hanno depresso in Borsa i titoli degli istituti di credito. E' la conclusione di una nota di stabilità finanziaria e vigilanza della Banca d'Italia diffusa oggi secondo cui nemmeno le banche con "minore disponibilità di capitale in eccesso" sono state penalizzate a Piazza Affari.
    La decisione, ricorda Via Nazionale "è stata presa in un contesto caratterizzato da una congiuntura favorevole per il settore bancario", dove i tassi alti hanno spinto il margine di interesse e quindi gli utili. In questo modo si "è ridotto il rischio di effetti pro-ciclici e massimizzando i benefici netti attesi associati alla decisione. Ciò nonostante riconosce la vigilanza, "nel breve periodo l'aumento dei requisiti di capitale può costituire un costo per le banche, specialmente quelle dotate di un minore capitale in eccesso rispetto ai requisiti regolamentari".
    Gli ultimi anni hanno mostrato come shock esogeni (quali pandemie, guerre, disastri climatici, attacchi informatici) possono avere impatti significativi sul sistema bancario.
    "In una fase di elevata incertezza geopolitica, legata al perdurare dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e alle crescenti tensioni nei rapporti tra Stati Uniti e Cina, è necessario migliorare la capacità del sistema bancario di far fronte alle ripercussioni negative derivanti da eventuali shock esterni al sistema finanziario" sottolinea la nota. Per la vigilanza poi "fattori specifici del sistema bancario italiano, quali la dimensione, il livello di concentrazione e il suo ruolo centrale nel finanziamento dell'economia reale, potrebbero amplificare l'effetto negativo sull'intera economia di un eventuale deterioramento dei bilanci bancari".
   

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