Baccini: “Giocavo nella Samp e papà, genoano: 'Ti verranno le bolle'. Una volta feci arrabbiare Gasp..."

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Il cantautore: "Mio padre era tifoso, quando morì andai a vedere il Grifone per lui, fu un colpo di fulmine. Il singolo per la sciatrice Lorenzi è un inno alla vita. Una volta feci arrabbiare Gasperini..."

Lorenzo Cascini

26 ottobre 2025 (modifica alle 11:41) - MILANO

Appena nomini il Genoa gli cambia lo sguardo, gli occhi si illuminano. Francesco Baccini si presenta all’intervista con una borsa del club rossoblù e la mostra con orgoglio. "Anche se vivo a Milano devo far capire subito per chi batte il mio cuore". La chiacchierata, poi, scivola presto sui ricordi. Francesco tira fuori una diapositiva dopo l’altra, in sequenza: suo papà che lo porta allo stadio, gli inizi da portiere della Sampdoria, la carriera nella musica, le canzoni con De André. Fino al nuovo singolo in onore di Matilde Lorenzi, sciatrice diciannovenne scomparsa tragicamente dopo un incidente in Val Senales nell’ottobre del 2024. "Vorrei fosse un inno alla vita. Spero di riuscire a trasmettere la voglia che aveva Matilde di vivere, facendo il mestiere dei suoi sogni e alimentando una passione che era immensa".

Baccini, partiamo dall’inizio. Lei cresce tifoso della Samp, pur avendo un padre patito del Genoa. Come mai?

"È stato un caso davvero strano. Io giocavo per strada con gli amici e venni selezionato dalla Samp per fare un provino. Ricordo vennero anche a casa a parlare con i miei. Io volevo solo giocare, mio padre invece era parecchio infastidito, ma mi ha sempre accompagnato. 'Ti verranno le bolle a forza di indossare quei colori', mi diceva. Ogni estate sperava mi mandassero via, invece arrivai fino alla Primavera...".

E allo stadio come facevate? 

"Mio papà faceva il doppio turno. Una settimana con me a vedere la Samp e quella dopo da solo a vedere il Genoa. Erano altri tempi, però. Allora un genoano poteva stare in mezzo ai sampdoriani senza dover per forza venire alle mani. Era un calcio diverso. Così come era diverso il modo di viverlo". 

Poi cosa l’ha portata a cambiare squadra del cuore?

"Ho avuto un incidente che mi ha allontanato dal calcio e quindi dalla Samp. Mi sono dedicato tanto alla musica, ascoltai moltissimi dischi. Ho conosciuto lì l’umorismo di Woody Allen e il talento di Fabrizio De André, Enzo Jannacci e Luigi Tenco".

È in quel periodo che è diventato genoano?

"Sì, mio padre morì l’anno successivo e decisi di andare a vedere il Genoa per lui. Sono andato ed è stato come scoprire di essere inaspettatamente innamorato. Lo senti dentro, non lo puoi spiegare. Vincemmo e fui catturato dall’atmosfera, la gradinata, le sciarpe. Era come se guardassi tutto con occhi diversi. Un colpo di fulmine".

©Petrinka-Valerio/La Presse
13-03-2005 Milano, Italia
Spettacolo
Music Farm 2005
Nella foto: Francesco Baccini

Così tanto innamorato da fare diverse canzoni per il club. 

"Eh sì, ne ho fatte parecchie. Nel 1993 il Genoa festeggiava il centenario e Collovati mi propose di scrivere un brano per i festeggiamenti. Allo stadio la mettono ancora. La cantai con i calciatori dell’epoca, oltre a Fulvio c’erano Branco, Aguilera, Skuhravý e via dicendo. Due anni prima ne avevo fatta una con De André, Genova blues. In una strofa faceva 'Oh Genova, you are Red and Blue'. Anche Fabrizio, infatti, era molto tifoso del grifone. Però, dopo l’uscita della canzone, era triste che qualche fan se la fosse presa. “Alcuni miei fan vogliono bruciare i miei dischi”, mi disse. Non avevano preso bene il suo essere dichiaratamente genoano". 

Lei, invece, per poco non finiva alla festa scudetto della Samp...

"Mi invitò Vialli, un caro amico. Gianluca era una persona fantastica... purtroppo giocava nella squadra sbagliata. Scherzi a parte, quella era una grande Samp e quando vinsero lui mi propose di andare con loro a festeggiare. Rifiutai, i tifosi rossoblù non me lo avrebbero mai perdonato".

Il calcio, ad ogni modo, è stata una costante nella sua vita. Si dice che abbia parato anche un rigore a Paolo Rossi…

"Non si dice, è vero! Ne parai uno anche a Ciccio Graziani, in un torneo a San Benedetto del Tronto. Due Campioni del Mondo, mica male. Un’altra volta ad Angelo Palombo, al tempo capitano della Samp: soddisfazione doppia. Quando facevamo le partite con la Nazionale cantanti spesso ero il migliore in campo: abbiamo girato l’Italia, ci siamo divertiti. Il bomber era Luca Barbarossa".

Una volta, in una di queste partite, ha persino fatto arrabbiare Gasperini. Ci racconti.

"Colpa sua! Il Gasp è uno che non vuole mai perdere, non si smette di giocare finché lui non vince. L’ultima partita l’ho giocata proprio con lui a Zingonia. Si arrabbia con me perché paro troppo. Succede spesso. Lui è un buon centrocampista offensivo, uno di quelli che si inseriscono e vanno al tiro".

Baccini in più di quarant’anni di tifo, chi è il suo giocatore preferito?

"Mi appassionava la squadra di Bagnoli, con Aguilera e Skuhravý in attacco. Poi, anche gli anni del Gasp sono stati stupendi. Quante gioie col Principe Milito in attacco".

Ha scritto una canzone per la sciatrice Matilde Lorenzi, prematuramente scomparsa in seguito a un incidente sugli sci in Val Senales nell’ottobre del 2024. Aveva 19 anni. Che significato ha per lei?

"Vorrei fosse un inno alla vita. Non è un brano fatto per commemorarla, è stato pensato per cercare di trasmettere la gioia di vivere che aveva Matilde. Mentre scrivevo è venuto tutto in maniera naturale, come se le parole uscissero da sole. Spero che la sua storia possa essere un esempio per tanti ragazzi: vivere godendosi il momento, coltivando le proprie passioni".  

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