I consigli del professor Carlo Signorelli dopo i recenti casi di cronaca
Francesco Palma
30 giugno - 12:13 - MILANO
Anche il ghiaccio, così come gli alimenti, può contaminarsi e causare intossicazioni. Lo ha dimostrato anche l’ultimo caso di cronaca: a metà giugno a San Polo d’Enza 25 ragazzi sono finiti in ospedale dopo una serata in discoteca per un’intossicazione alimentare, e tra le ipotesi più accreditate c’è proprio quella di una contaminazione del ghiaccio. Come spiega il professor Carlo Signorelli, ordinario di Igiene generale e applicata e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è importante partire da una considerazione: “Innanzitutto, il ghiaccio deve essere considerato comunque un alimento, e di conseguenza bisogna rispettare alcune regole di base che valgono per tutti gli alimenti, come le creme e i formaggi. Per il ghiaccio, infatti, si segue ugualmente il protocollo HACCP che riguarda tutte le azioni di prevenzione dalla contaminazione degli alimenti, anche perché non c’è modo di accorgersi di questa contaminazione, esattamente come non c’è modo per il cliente di accorgersene per quanto riguarda tutti gli altri alimenti. Il ghiaccio, a dire il vero, comporta qualche rischio in meno perché solo i batteri resistenti al freddo sopravvivono al suo interno”.

Come si può contaminare il ghiaccio?
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“Il ghiaccio può contaminarsi in due modi” spiega Signorelli: “Il primo è a causa dell’inquinamento dell’acqua, che di conseguenza rimane inquinata anche quando diventa ghiaccio. In Italia è molto raro che accada, ma è una raccomandazione che facciamo sempre a chi va all’estero, soprattutto in paesi con un livello igienico-sanitario basso: mai bere bevande col ghiaccio. Il secondo modo in cui il ghiaccio può essere contaminato è durante la fase di manipolazione tramite il contatto con alimenti a loro volta contaminati o con delle mani sporche. I batteri che possono causare problemi sono tanti, tra i più importanti ci sono i coliformi (come l’escherichia coli), la salmonella e la listeria”.
I sintomi principali della contaminazione
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“I sintomi sono prevalentemente gastroenterici, quindi diarrea e vomito. Qualche volta ma più raramente ci può essere anche mal di testa, febbricola e debolezza. Questi sintomi ovviamente possono essere anche particolarmente pesanti, al punto da finire in ospedale. È importante soprattutto che facciano attenzione bambini, anziani, soggetti immunodepressi o comunque con uno stato di salute compromesso, che potrebbero essere maggiormente a rischio in caso di intossicazione. Come detto non c’è modo di accorgersi di una contaminazione, per cui è sempre fondamentale rispettare tutte le norme igienico sanitarie, ad esempio utilizzare gli appositi strumenti per mettere il ghiaccio nei bicchieri e non le mani, che potrebbero essere sporche. Chiaramente i casi di cronaca spaventano, ma si tratta comunque di casi limite, soprattutto rispetto ad altri alimenti” conclude il professore.