I messaggi molecolari scambiati tra l'embrione e l’endometrio, il rivestimento interno dell’utero, durante le primissime fasi dell’impianto sono stati per la prima volta ascoltati grazie a una tecnica in grado di replicare fedelmente la struttura e il funzionamento dell’endometrio. Pubblicato sulla rivista Cell dal gruppo di ricerca guidato dal Babraham Institute britannico, il risultato promette di aiutare a comprendere una fase della gravidanza ancora in buona parte sconosciuta e di individuare in questo modo le possibili cause di aborti precoci e dei fallimenti nell’impianto che si verificano con elevata frequenza nelle procedure di fecondazione in vitro.
I ricercatori coordinati da Peter Rugg-Gunn sono partiti da campioni di tessuto donati da pazienti che si erano sottoposte a biopsie, per individuare i tipi di cellule che compongono l’endometrio e la sua struttura. Su questa base, sono riusciti a replicare l'endometrio in laboratorio. Per verificare la correttezza del modello, i ricercatori hanno utilizzato embrioni soprannumerari allo stadio iniziale donati da procedure di fecondazione in vitro.
Gli embrioni hanno attecchito sull'endometrio artificiale e hanno iniziato a produrre le molecole necessarie al successivo sviluppo dell’embrione stesso e della placenta. È stato così possibile analizzare le comunicazioni che avvengono fino ai primi 12-14 giorni.
“L’impianto dell’embrione e lo sviluppo successivo sono eventi cruciali normalmente nascosti alla vista – afferma Irene Zorzan, prima autrice dello studio con Sarah Elderkin – e ciò finora ha limitato la nostra capacità di esplorare i meccanismi cellulari e molecolari alla base di questa fase critica. Ora, possiamo assistere ad aspetti inesplorati dei primissimi momenti dello sviluppo – prosegue – e comprendere ciò che determina una gravidanza con esito favorevole”.
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