Antartide: i venti del nord sciolgono i ghiacci

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Sotto la calotta glaciale antartica, la spessa piattaforma di ghiaccio che ricopre il 98% dell'Antartide, si trova la maggior parte delle riserve di acqua dolce del Pianeta. L'aumento della temperatura globale sta provocando lo scioglimento in particolare della parte occidentale, la cui massa è in costante diminuzione dagli anni Quaranta del secolo scorso.

Per anni gli studiosi hanno dato la colpa di questo "scioglimento accelerato" ai caldi venti che soffiano da ovest: uno studio pubblicato su Nature Geoscience mette in discussione questa convinzione, sostenendo che i responsabili della riduzione della calotta glaciale dell'Antartide occidentale siano invece i venti settentrionali. «Pensavamo di raccogliere dati a supporto dei modelli climatici finora utilizzati, che sostenevano che i venti occidentali si rafforzassero vicino alla costa antartica», spiega Gemma O'Connor, coordinatrice della ricerca: «Al contrario, non abbiamo trovato alcuna prova a sostegno di questa tesi».

Modelli climatici. Gli studiosi hanno utilizzato dei modelli climatici per simulare lo scioglimento della parte occidentale della calotta antartica e identificare quali fattori lo influenzassero. I dati raccolti da trenta diverse simulazioni hanno evidenziato che i venti del nord esacerbavano notevolmente la perdita di ghiaccio, mentre quelli occidentali non avevano lo stesso effetto.

Il ruolo delle polinie. A giocare un ruolo cruciale sarebbero le polinie, piccoli buchi nel ghiaccio che fungono da "pori" facendo fuoriuscire il caldo in eccesso. I venti del nord, che in Antartide soffiano con forza, farebbero muovere il ghiaccio marino chiudendo questi buchi e riducendo la perdita di calore: in questo modo l'acqua oceanica sarebbe più calda, e il ghiaccio sotto la superficie della calotta si scioglierebbe più in fretta.

Ancora una volta colpa nostra. I ricercatori credono che la colpa dei forti venti del nord che soffiano in Antartide sia delle emissioni di gas serra. I cambiamenti climatici causati dall'uomo abbassano la pressione atmosferica sul mare di Amundsen, nella zona occidentale dell'oceano antartico, e questo fa aumentare la velocità dei venti settentrionali. Se è vero dunque che le emissioni favoriscono lo scioglimento, ridurle potrebbe rallentarlo.

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