Nkunku, Pulisic, Ricci e... I rossoneri con il Bologna avevano sostituti pagati oltre 100 milioni. Solo la Juve in queste tre giornate ha avuto alternative più care
Francesco Albanesi
18 settembre 2025 (modifica alle 12:39) - MILANO
Max Allegri ha ragione quando dice che “la società ha alzato il livello della squadra”. Prendete l’ultima partita contro il Bologna e soffermatevi sul carico da circa cento milioni che il tecnico rossonero ha buttato nella mischia nel secondo tempo: Nkunku, Pulisic, Ricci e De Winter. Tre nuovi acquisti e un giocatore in squadra da due anni: insieme fanno un valore complessivo (senza bonus) di 98 milioni. Se si aggiungono alla lista anche i circa 20 milioni in due di Athekame e Odogu, rimasti seduti con la pettorina, allora si supera nettamente la tripla cifra. Se è vero che le grandi squadre si costruiscono anche a partire dalle panchine, allora il Milan ha fatto bingo. Allegri in questo è scrupoloso: più volte ha sottolineato quanto sia importante l’apporto dei subentrati a gara in corso. Contro il Bologna, Ricci ha preso un palo, Nkunku si è guadagnato un rigore (poi revocato dalla Var), Pulisic si è presentato con un tunnel a Heggem e De Winter ha esordito dando sicurezza in difesa. Insomma, il loro impatto ha contribuito a consolidare il vantaggio di Modric, decisivo per la vittoria.
PANCHINA DA 339 MILIONI
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Quest’anno il Milan ha fatto una rivoluzione, cambiando 24 giocatori su 35 rispetto alla scorsa stagione. C’è un centrocampo folto e una panchina di lusso. Prendendo in considerazione le prime tre giornate di campionato, il Milan ha avuto sostituti dal valore di… 339 milioni. Ma come si arriva a questa cifra? Facciamo ordine con un paio di premesse. La prima: i valori attribuiti ai giocatori non comprendono bonus. La seconda: nel conteggio non si considerano solo i nuovi acquisti, ma tutti gli effettivi in panchina e il loro prezzo di acquisto. Contro la Cremonese, la panchina rossonera valeva 130 milioni (Athekame 10, Chukwueze 20, De Winter 18, Jashari 34, Musah 20, Ricci 23, Jimenez 5). Contro il Lecce il valore era di 91 milioni, mentre contro il Bologna è salito a 118. Per fare un confronto, la Juventus nelle prime tre ha avuto una panchina dal valore di 424 milioni, il Napoli di 247 e l’Inter di 188. Stando a questi dati, il Milan è secondo. Lo scorso anno, nelle prime tre giornate, i numeri erano ben diversi: solo all’esordio contro il Torino la panchina sfiorava quota 100 milioni.
I TESORI NASCOSTI
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A questo punto la domanda sorge spontanea: con un solo impegno a settimana, quanto è probabile vedere ancora un Milan con una panchina così costosa? La risposta è semplice: molto. Quando torneranno a pieno regime Leao e Pulisic, nel 3-5-2 saranno loro i riferimenti offensivi, relegando in panchina Nkunku e Gimenez (circa 65 milioni in due). Non solo, con il rientro di Jashari, la concorrenza a centrocampo si farà ancora più serrata: Modric è già intoccabile, Rabiot è il preferito di Allegri, a quel punto rimarrà una poltrona per tre. Anche se Fofana e Loftus Cheek hanno caratteristiche più congeniali alle idee di Max rispetto allo svizzero. In sintesi, Milan ha tre giocatori su tutti che valgono più di 100 milioni e non sono titolari. Gimenez fa storia a sé in questo avvio: complice l’infortunio di Leao nella prima uscita di Coppa Italia contro il Bari, il messicano ha avuto chance importanti, ma finora le ha sprecate, tra gol annullati (a Lecce) ed errori clamorosi (a porta vuota contro il Bologna). In difesa, De Winter - pagato circa quanto Pavlovic - resta una riserva, mentre Athekame e Odogu (20 milioni in due) non hanno ancora debuttato. Altri soldi che si aggiungono alla panchina.
ALLEGRI E I CAMBI
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Nelle prime tre di campionato, Allegri ha utilizzato undici cambi su quindici possibili: tre contro la Cremonese, tre a Lecce e cinque contro il Bologna. Statistiche alla mano, i suoi ingressi arrivano in media intorno al 67’. Gli ultimi venti minuti d’altronde sono quelli in cui si decidono le partite e sulle intuizioni dalla panchina Allegri ha costruito una buonissima fetta dei suoi successi. Interessante anche l’aspetto legato ai ruoli al momento delle sostituzioni: sugli undici cambi, solo un difensore è subentrato (De Winter per l’infortunato Pavlovic contro il Bologna), mentre il resto sono stati attaccanti, centrocampisti e laterali di spinta, oltre a Terracciano per ovvie necessità. Strategia un po’ anticonvenzionale al livornese. Tolto l’esordio contro la Cremonese, in cui il Milan doveva rimontare, contro Lecce e Bologna - partite di gestione del vantaggio - Allegri non ha mai aggiunto un difensore in più. Forse perché Athekame, De Winter e Odogu non sono ancora del tutto affidabili? Probabile. La certezza è che una lavagnetta luminosa offrirà a Max un ventaglio molto "ricco" di soluzioni.