Alcaraz non si ferma più: è in finale al Queen's. E firma un altro record personale

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Sull'erba sono 24 su 25 dall'inizio del 2023. Il numero 2 del mondo affronterà in finale Jiri Lehecka, che ha sconfitto in tre set il padrone di casa Draper

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

21 giugno - 19:24 - LONDRA

Livello fenomeno sull’erba: attivato. Con un doppio 6-4 in meno di un’ora e mezza su Roberto Bautista Agut, Carlos Alcaraz si guadagna la finale del Queen’s dove domani affronterà il ceco Jiri Lehecka, che deludendo i tifosi locali ha fatto fuori in semifinale Jack Draper, ma soprattutto dimostra che il suo livello migliore sulla superficie di Wimbledon è raggiunto, pronto per difendere il trono dello slam sull’erba che occupa da due anni. “Ho detto a inizio torneo che sto cercando di costruire la mia fiducia con ogni partita - ha raccontato sul campo il numero 2 del mondo -. Mi sento sempre più a mio agio, tornare in finale qui è speciale: possiamo dire che ho attivato il mio grass mode”.

i record

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Il 22enne ha collezionato qualche record con la vittoria su Bautista Agut: sono 250 nel Tour Apt in 311 partite, bilancio che lo rende il terzo più veloce dell’era Open a quel traguardo, dietro solo a John McEnroe (arrivo a 250 vittorie in 307 partite) e John Connors (310) ma più veloce di Rafa Nadal (311). Alcaraz è arrivato anche a 17 successi consecutivi, proseguendo la miglior serie della sua carriera, alla quinta finale consecutiva (collezione che ha il Roland Garros come fiore all’occhiello e che comprende anche la sconfitta contro Rune a Barcellona, che resta la sua unica da aprile in poi) e ha vinto per la 24ª volta sull’erba in 25 partire dall’inizio del 2023.

livello top

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Insomma, Alcaraz sembra dominante proprio nel momento in cui deve preparare Wimbledon. Contro Bautista Agut a tratti è stato ingiocabile, diventando dominante col servizio, chiudendo con 9 aces e rendendo la vita impossibile o quasi al suo connazionale (Carlos non perde da un altro spagnolo quando Rafa Nadal lo piegò nella semifinale di Indian Wells 2022). Bautista Agut a 37 anni suonati inseguiva la sua 24ª finale ATP in carriera, ma ha avuto una sola palla break in tutto il match, senza ovviamente riuscire a convertirla. Davanti si è ritrovato un mostro, un fenomeno che in una settimana al Queen’s dopo la breve vacanza a Ibiza post Roland Garros è cresciuto a dismisura e che si avvicina a Wimbledon con la fiducia di chi si sente sempre più a suo agio su erba ma anche con l’umiltà di pensare di non essere ancora perfetto, di dover lavorare tanto. È parte di quello che rende Alcaraz speciale.

la partita

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Speciale lo è stato da subito, da quando ha infilato un clamoroso dritto per il primo punto della partita e aperto con un ace il suo turno al servizio nel secondo gioco, dopo aver costretto Bautista Agut ad annullargli due palle break nel primo gioco. Il break Alcaraz lo ha strappato al terzo, chiudendo di personalità sul 6-4 in 42’. Nel secondo ha fatto lo stesso: break al quinto gioco, assolo fino al gran finale con unica palla break concessa all’ottavo gioco del secondo set. Bautista Agut non l’ha sfruttata e si è arreso 6-4 anche nel secondo. Contro uno che ha attivato il livello fenomeno sull’erba non c’era altro da fare.

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