Alcaraz, genio e pure fortunato: come tre anni fa, può salire al n.1 (anche) per i guai dei rivali

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Nel 2022 scavalcò Djokovic, fermato per le vicende legate al Covid, e ora può tornare in testa al ranking sfruttando i punti che Jannik ha perso per la squalifica

Luigi Ansaloni

20 agosto - 16:14 - MILANO

Il curioso caso di Carlos Alcaraz, che tre anni dopo la prima volta “rischia” di tornare n.1 del mondo alla fine dello Us Open (vincendolo sarebbe certo del primato) e, come successo nel 2022, non solo per merito del suo talento, ma anche per vicende extra campo. 

situazioni extra

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Non solo punti, vittorie e trionfi, ma anche situazioni fuori dal suo controllo e, soprattutto, fuori dal controllo dell’avversario diretto del murciano. Anni fa Novak Djokovic, oggi Jannik Sinner. Sia chiaro, Alcaraz è stato e sarebbe un numero uno degno, perché comunque vada se li conquista in campo a suon di vittorie importanti e di risultati pazzeschi. Non si può dimenticare però che il ranking, oggi, sarebbe ben diverso se Sinner non fosse stato quasi costretto dalla Wada, che lo ha più o meno implorato, ad accettare (per non correre il rischio di guai peggiori) una sospensione di tre mesi, da febbraio fino a maggio di quest’anno. Uno stop che ha impedito, di fatto, a Jannik di partecipare al 500 di Doha (Sinner era già in Qatar, quando è arrivata la notifica della sospensione), a ben quattro 1000 (Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid), probabilmente anche un altro 500 (era iscritto a Monaco di Baviera), e dunque di accumulare un bel po' di punti. Non solo: il numero 1 del mondo è stato costretto a non difendere il bottino del 2024, come ad esempio la vittoria di Miami, la semifinale di Montecarlo e i quarti di Madrid, ben 1.600 punti evaporati. 

il cammino di Carlos

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Alcaraz nel frattempo ha vinto il torneo di Doha, il Masters 1000 di Montecarlo ed è arrivato in semifinale ad Indian Wells. Certo, poi Carlos è stato eccezionale a vincere Roma (battendo Jannik in finale) e al Roland Garros e a raggiungere la finale di Wimbledon, oltre che a vincere Cincinnati per la prima volta in carriera, approfittando del ritiro di Sinner in finale. Senza la sospensione, comunque, il margine di vantaggio dell'azzurro sarebbe certamente più ampio e l'italiano non sarebbe sotto tiro già agli Us Open. 

precedente

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Situazione simile per l'iberico tre anni fa, quando diventò, era settembre 2022, per la prima volta n.1 del mondo. Il più giovane della storia, visto che Alcaraz aveva 19 anni, battendo in finale agli Us Open Casper Ruud e vincendo il suo primo slam. Anche lì lode a Carlitos, ma non si può dimenticare che al suo rivale di allora, Novak Djokovic, saltò due Slam (in Australia e agli Us Open, con 3200 punti persi) per le ben note vicende Covid, più il 1000 di Cincinnati, e in più perse 2000 punti a Wimbledon perché proprio quell’anno ai Championships (che Nole vinse per la settima e ultima volta) non si assegnavano punti per decisione di Atp e Wta dopo il divieto del torneo di far giocare atleti russi e bielorussi per l'invasione dell'Ucraina. Una montagna di punti, insomma, che alla fine costò al serbo la testa della classifica e anzi, lo fece scivolare fuori dalla top 5. Non è un caso che Alcaraz divenne n. 1 con un punteggio relativamente basso, 6.740 punti.

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