Addio a Giorgio Lo Giudice, cronista di razza e competenza, firma storica della Gazzetta

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Per il nostro giornalista scomparso a 88 anni un minuto di silenzio al Golden Gala. Ha raccontato tanti sport, dall'atletica (era fra gli organizzatori della Corsa di Miguel) al rugby al calcio. Sabato i funerali a Roma

Elisabetta Esposito

Giornalista

4 giugno - 21:50 - ROMA

Se n’è andato senza far rumore, lui che con quel vocione riempiva redazioni, stadi e palazzetti. Giorgio Lo Giudice ci ha lasciato ieri a 88 anni, dopo una malattia che se l’è portato via troppo in fretta. I funerali si celebreranno sabato alle ore 9.30 nella chiesa di S. Giuseppe al Cottolengo, in via Bonaccorsi 23 a Roma. È stato un giornalista profondamente innamorato dello sport e della Gazzetta, dove ha iniziato a collaborare nei primi Anni 60 ed è rimasto fino alla metà degli Anni 2000.

Amava anche Roma, la sua città, e la Roma, anche se per il nostro giornale ha raccontato con competenza e passione - due doti che lo hanno accompagnato sempre - lo scudetto della Lazio ‘74. Nella vita si è occupato di tantissime discipline, era un concentrato olimpico: atletica soprattutto, ma anche calcio, rugby, boxe, pallavolo, nuoto e canottaggio. Molte federazioni ieri ne hanno ricordato la scomparsa e domani sera, prima del Golden Gala allo Stadio Olimpico, per Giorgio verrà rispettato un minuto di silenzio. Lo scorso anno era in tribuna stampa, perché - nonostante l’età - nessuno lo fermava se c’era da raccontare una storia di sport, era una forza della natura, un’istituzione e un esempio. Ultimamente aveva collaborato con la Gazzetta di Parma, ma le sue giornate erano dedicate soprattutto alla Corsa di Miguel visto che era il presidente della società organizzatrice, il Club Atletico Centrale. Chiunque abbia incontrato Giorgio ha un ricordo speciale di lui, che in questo mondo frenetico e competitivo riusciva a dare tempo e spazio a tutti, soprattutto ai giovani. Ci chiamava “a’ mascalzoni”, con quel suo accento romano e la capacità di scherzare su ogni cosa che lo rendevano amico di tutti. Mancherai a tutti, a mascalzone!

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